Roma - Io ho spento il fuoco, sostiene Mario Monti dagli Emirati Arabi, e pazienza se persino Giorgio Napolitano solleva qualche dubbio: «Dubai è lontana...». In viaggio nel Golfo Persico alla ricerca di investitori, il Prof spolvera l'argenteria italiana e la sua ricandidatura. Il 2012, racconta, è stato un anno pericoloso. «Negli ultimi dodici mesi la nostra priorità è stata soffocare l'incendio che era scoppiato nella casa, non potevamo accendere un nuovo rogo in Europa».
Studenti in piazza, operai furiosi, aziende chiuse, sindaci in rivolta. Sì, l'Italia brucia ancora, la recessione ci impoverisce, ma «abbiamo evitato che si arrivasse al disastro totale». Il presidente del Consiglio si promuove: «Abbiamo deciso di non chiedere assistenza finanziaria perché siamo convinti di farcela da soli. Ora i conti sono in salute. L'Ocse ha recentemente stimato che le nostre misure contribuiranno a una crescita di quattro punti sul Pil degli ultimi dieci anni». E si promuove anche nel senso che si ripropone per Palazzo Chigi: «Il mio governo ha varato le riforme necessarie per migliorare la situazione economica. Con un deficit di bilancio inferiore al 3% quest'anno e il pareggio strutturale nel prossimo, le finanze pubbliche sono sane. L'Italia è tornata attrattiva».
La metamorfosi del Professore è quasi completata: le elezioni si avvicinano e lui prende gradualmente le distanze dai partiti che lo sostengono. Ma per la discesa in pista sulla Ferrari che Montezemolo gli sta mettendo a punto c'è ancora tempo. Non si possono fare passi falsi e rischiare una crisi di governo. Prima di accendere il motore bisogna portare a casa la legge di stabilità e il bilancio di fine anno, aspettando che il Parlamento si decida a dare retta al Quirinale e a ritoccare il Porcellum. Solo dopo Monti potrà uscire allo scoperto.
L'Europa, Obama, varie istituzioni internazionali chiedono che Supermario resti alla guida dell'Italia anche dopo il voto di primavera. «Un bis per il salvatore», scrive infatti l'Handelsblatt. «Una sua candidatura - argomenta il giornale economico tedesco - è positiva per l'Italia. Lui rimane, nello scenario attuale, l'unico che può evitare che il Paese mediterraneo riprenda le sue cattive abitudini e che si avvicini pericolosamente a Grecia e Spagna». E siccome è inimmaginabile un secondo governo tecnico, il Professore «deve trovare il coraggio di presentarsi come candidato premier».
Come non legare l'elogio dell'Handelsblatt alle parole del premier da Kuwait. «Non garantisco per il futuro», ha detto domenica, prima di sfumare per paura di contraccolpi. E ora da Dubai prosegue la sua campagna mascherata. «In questo anno - dice - per evitare il disastro ci siamo concentrati meno sugli aspetti che riguardano l'individuo. Sono state prese diverse misure strutturali, comprese quelle per le piccole e medie imprese, soprattutto al Nord e Nord-Est, che lamentavano i costi eccessivi della burocrazia e delle infrastrutture». Lacrime e sangue, però «gli italiani hanno capito l'importanza dei sacrifici e hanno reagito bene, non come in Grecia e Spagna».
Monti adesso vuole «finire il percorso». E in attesa di sciogliere la riserva, lancia lo sprint sulle riforme annunciate. Oggi a Palazzo Chigi vedrà le parti sociali. «Voglio chiudere l'accordo su produttività e lavoro».
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