Roma - Estimatore e ottimo amico della Thatcher (li univa il «desiderio » di «distruggere i sindacati»), ma poi anche del laburista Tony Blair, ma poi anche del conservatore David Cameron (incontrato diverse volte da quando è premier). E in Italia, dov’è sbarcato nel 2003 con la sua Sky , con quali leader ha flirtato lo Squalo Rupert Murdoch? I collaboratori stretti del tycoon in Italia ricordano ancora una frase epica, col tipico guizzo ironico dello Squalo, personaggio alla Citizen Kane: «Dovevo venire in Italia per essere difeso dai comunisti!».
I politici italiani «amici» di Murdoch vanno cercati proprio da quelle parti lì, nel centrosinistra. Un paradosso, perché Rupert da sempre detesta i commie (i comunisti). «È un «rozzo, vecchio,privo del senso dell’umorismo e conservatore », disse di lui Matt Groening, creatore dei Simpson , come racconta la biografia murdocchiana di Michael Wolff The man who owns the news . Buon amico anche del collega tycoon Berlusconi, da quando però è rivale in business ( Sky-Mediaset ) i rapporti Murdoch se li è coltivati altrove.
Tra i Ds, gli ex-commie , che ha incontrato diverse volte, sempre all’hotel Eden di Roma, sua base e location diplomatica per le sue visite italiane. Curiosa la parabola dei diessini che su Murdoch sono passati dall’iniziale allarme invasione (l’ex sottosegretario alle Comunicazioni Vincenzo Vita nel 2003: «Con l’arrivo di Murdoch rischiamo di diventare colonia culturale») al sostegno entusiasta (sempre l’ex sottosegretario diessino Vita, ma nel 2010:«L’arrivo di-Sky sul digitale terrestre è una boccata di ossigeno al pluralismo televisivo»). Nel novembre sfilano all’hotel Eden, per incontrare lo Squalo (sempre accompagnato dall’allora capo delle relazioni esterne Sky Tullio Camiglieri), il presidente della Margherita Francesco Rutelli e il suo responsabile comunicazione (futuro ministro) Paolo Gentiloni, insieme ai vertici Ds, Massimo D’Alema ( nel tondo ) e Piero Fassino.
Sono gli anni del governo Berlusconi, e dei ministri poco amici di Newscorp , cioè Gasparri e prima ancora Mario Landolfi. Con loro i rapporti sono molto meno cordiali. Se lo ricorda bene Landolfi: «Rupert Murdoch venne a trovarmi al ministero, mi disse che gli incentivi ai decoder digitali terrestri, previsti nella finanziaria, erano scorretti. Io replicai che era una scelta del governo sostenuta dal Parlamento eletto dai cittadini e lo invitai a convertire la sua Sky ad una piattaforma aperta per evitare i due decoder . Lui si innervosì, si alzò quasi di scatto, disse che la concorrenza va rispettata e gli incentivi non si danno. Lo invitai a risiedersi, ma se ne andò via, dopo una frettolosa stretta di mano. Non fu un incontro molto amichevole». Alla corte del Murdoch romano, come interlocutori invitati dallo Squalo, arriveranno poi Pier Ferdinando Casini e Gianfranco Fini.L’ex leader di An,come ministro degli Esteri, venne anche ospitato da Murdoch sul suo aereo privato per un «passaggio».
E, in effetti, sono due i politici italiani verso cui Murdoch ha manifestato più simpatia e interesse negli anni (oltre alla Melandri, con cui Murdoch si trovò bene perché parla fluentemente inglese): Fini e D’Alema. Anche se di quest’ultimo lo colpì l’esordio di una colazione sempre a Roma: «Spero che rinnoverete il contratto con la Roma (cioè l’acquisto dei diritti tv della squadra da parte di Sky , ndr ) ». «E sono questi i comunisti che avete qui?», commentò dopo con i suoi Murdoch, divertito dagli interessi pop dei comunisti nostrani. Diverso il caso di Fini, più affine politicamente al conservatore Murdoch, che per un certo periodo ha puntato su di lui. Anche dopo la svolta, si ricorda l’incontro tra Fini e Murdoch jr ( James, allora capo del colosso inglese BSkyB ) per il lancio del canale Babel sulla piattaforma Sky . Ritorni dall’amicizia? Nessuno secondo gli amici di Sky (che dal 2004 ha investito in Italia la bellezza di 9,2 miliardi di euro, con un effetto sui posti di lavoro di +121mila, secondo uno studio della Fondazione Rosselli), qualche aiutino sì, secondo i detrattori.
Ad esempio la legge Gentiloni (ministro delle Comunicazioni) nel 2006: «Una vendetta politica», protestò Fedele Confalonieri, «tutta a favore del Cavaliere bianco, cioè
Murdoch, che rischia di far perdere a Mediaset un quarto del fatturato ». E un «regalo» fu anche l’ok da parte dell’Antitrust Ue alla fusione StreamTele+ da cui nacque Sky . Il commissario che decise si chiamava Mario Monti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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