Favela nera e spiaggia bianca. La terza giornata di Papa Francesco a Rio de Janeiro ha avvicinato gli estremi della metropoli carioca. La povertà profonda delle baracche e lo splendido lungomare in faccia al Pan di Zucchero. Dopo la visita alla comunità per il recupero dei «dipendenti dalla chimica» dell'altro giorno con il monito contro le liberalizzazioni delle droghe, ieri Bergoglio ha cominciato la sua giornata nella favela di Varginha. «Avrei voluto bussare a ogni porta, dire buongiorno, chiedere un bicchiere d'acqua fresca, prendere un cafezinho, parlare come ad amici di casa, ascoltare il cuore di ciascuno... Ma il Brasile è così grande! Allora ho scelto di venire qui, di fare visita alla vostra comunità che oggi rappresenta tutti i rioni del Brasile», ha detto Francesco incontrando gli abitanti della favela. Un giovane gli aveva dato il benvenuto chiedendogli il permesso di comportarsi com'è solito fare lui: «Vorremmo anche noi rompere il protocollo e chiamarla papà: possiamo?». Dopo una breve visita ad una famiglia, il Papa ha attraversato sotto la pioggia le viuzze, salutato la gente in festa, elogiato la capacità di accoglienza di quella comunità, perché il popolo brasiliano «può offrire al mondo una preziosa lezione di solidarietà, una parola spesso dimenticata o taciuta, perché scomoda». Infine ha levato un «appello a chi possiede più risorse», alle autorità e agli uomini di buona volontà: «Non stancatevi di lavorare per un mondo più giusto e più solidale! Nessuno può rimanere insensibile alle diseguaglianze che ancora ci sono nel mondo!». Ma senza appiattirsi su forme di egualitarismo, Bergoglio ha ricordato che «non c'è né vera promozione del bene comune, né vero sviluppo dell'uomo quando si ignorano i pilastri fondamentali che reggono una nazione, i suoi beni immateriali: la vita, che è dono di Dio, valore da tutelare e promuovere sempre; la famiglia, fondamento della convivenza e rimedio contro lo sfaldamento sociale; l'educazione integrale, che non si riduce ad una semplice trasmissione di informazioni con lo scopo di produrre profitto; la salute, che deve cercare il benessere integrale della persona, anche della dimensione sprirituale; la sicurezza, nella convinzione che la violenza può essere vinta solo a partire dal cambiamento del cuore umano». Il Papa ha esortato i giovani a non lasciare «che si spenga la speranza. La realtà può cambiare, l'uomo può cambiare... Non siete soli», ha detto rivolto agli abitanti di Varginha, «la Chiesa è con voi, il Papa è con voi».
Particolarmente intenso è stato anche l'incontro con i giovani argentini nella cattedrale di Rio. In questa società corriamo il rischio di abbandonarci «al culto del dio-denaro», con la conseguenza di escludere sia i giovani che i vecchi; quasi per «una specie di eutanasia nascosta, gli anziani vengono esclusi e i giovani anche, perché non hanno lavoro», ha detto Francesco. E poi, parlando a braccio: «La fede in Gesù Cristo non è uno scherzo. È uno scandalo. Che Dio si sia fatto uomo e sia morto in croce è uno scandalo. Non si può fare della fede un succo, non la si può annacquare», anche a costo di «fare rumore e disturbare».
Anche in serata, a Copacabana, nel primo vero incontro con i giovani della Gmg, l'amministrazione carioca prevedeva un milione e mezzo di persone, Bergoglio ha sottolineato la forza della rivoluzione della fede «che potremmo chiamare copernicana, perché ci toglie dal centro e lo ridona a Dio». Citando lo slogan delle giornate, «Bota fé - Metti fede», ha usato una metafora gastronomica. Quando si prepara un buon piatto «e vedi che manca il sale, allora tu metti il sale; manca l'olio, allora metti l'olio». Così è nella vita: se vogliamo che abbia senso «dico a ciascuno di voi: metti fede». Quasi come fosse un mantra, ha ribadito l'invito a «mettere Cristo» nella vita «e troverai un amico di cui fidarti sempre»; «metti Cristo: Lui ti attende nella sua parola; metti Cristo: Lui ti accoglie nel sacramento del perdono; metti Cristo: Lui ti aspetta nell'incontro con la sua carne nell'Eucarestia...», ha esortato Bergoglio.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.