Quei mariti con la sindrome del «mi manda mia moglie»

Quei mariti con la sindrome del «mi manda mia moglie»

Il mazzo di rosa gliel’ha mandato lui, ma «l’ordine» di mandarlo gliel’ha dato lei. Ci sarebbe un retroscena dietro la pace floreale sbocciata tra Francesco Rutelli e la giornalista Lucia Annunziata, dopo la lite in diretta domenica scorsa a «In mezz’ora».
Il leader dell’Api (Alleanza per l’Italia, bum) ha capito di aver un po’ esagerato e a farglielo capire meglio pare sia stata la di lui consorte: Barbara Palombelli, versione virago. La Palombelli, collega della Annunziata, tele-bistrattata da Rutelli, ha sollecitato al marito un gesto riparatorio. E Francesco ha abbozzato. Come sempre. La Annunziata ha accettato le profumate scuse e ha chiuso il caso. Rutelli si era innervosito («Vuole essere querelata anche lei? Mi avere rotto...») per le domande che la giornalista gli aveva rivolto sull’ex tesoriere della Margherita, Luigi Lusi, e sui presunti versamenti giunti dal partito alla fondazione di Rutelli. Che non ha gradito le illazioni e ha risposto pan per focaccia, costringendo la Annunziatya a batteer in ritirata: «Non mi tratta da deficiente... Già lo fanno in tanti, a cominciare da Sabina Guzzanti...»).
Ma si consoli Francesco Rutelli: la vita dei grandi uomini politici è lastricata dai consigli - diciamo così, piuttosto «energici» - delle mogli. Donne di carattere che, dietro l’apparente soavità dell’aspetto, nascondono artigli da aquila. È il caso della Palombelli, ma anche di first lady ben più famose di lei: a cominciare da Michelle, la consorte di Obama, il cui ascendente sul presidente degli Satti Uniti è, ogni giorno, sotto gli occhi di tutti. Molte delle campagna epolitiche targate Barack portano infatti il sigillo (più o meno occulto) di Michelle la cui influenza sul marito non sempre è vista di buon occhio dall’enturage presidenziale della Casa Bianca.
Ancora più smaccata la «dipendenza» dalla moglie Carla Bruni da parte del presidente francese, Nicolas Sarkozy.

In questo caso c’è chi all’Eliseo, parala espressamente di «zerbinaggio» di Sarkò nei confronti della fascinosa consorte italiana.
Loro, i tentennanti uomini famosi, si difendono: «Ascoltiamo i consigli delle nostre compagne, ma alla fine l’ultima parola è la nostra...». O meglio, la penultima.

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