Qualcosa nel cuore da atleta di Ottavio Missoni si è spezzato quel giorno di gennaio, quando il primogenito Vittorio è scomparso sulla rotta maledetta di Los Roques. Discreto e riservato per natura, di quella terribile vicenda non ha mai voluto parlare. Ma ha tenuto duro fino all'ultimo, per la famiglia e per l'azienda. Che poi sono più o meno la stessa cosa, nella casa e bottega di Sumirago, dove Tai e Rosita hanno cresciuto tre figli, nove nipoti e un marchio che ha fatto la storia del made in Italy, tutto nello stesso tempo.
Tanto che le date si sovrappongono: sessant'anni di stile e d'amore appena celebrati, nel 2013, per un matrimonio e un marchio che hanno la stessa data di nascita. É il 1953, nell'Italia che ricomincia a vivere dopo la guerra: di lì a poco nasce Vittorio, nel 1956 Luca, e due anni dopo Angela. I tre ragazzi crescono a pane e stoffe: laboratorio e magazzino sono il loro parco giochi, pieni di colori affascinanti e di macchine da ammirare prudentemente da lontano. Soprattutto Luca, creativo fin da piccolo: ha solo nove anni quando sua madre sceglie uno dei suoi disegni per creare un motivo jacquard per un abito della collezione donna dell'inverno 1966. Ma è soltanto un omaggio affettuoso: Tai e Rosita ci tengono a lasciare i figli liberi di scegliere, non vogliono che si sentano obbligati a entrare in azienda. Il Dna, però, non tradisce: «E infatti siamo finiti tutti e tre a lavorare lì», racconterà ridendo Angela, tanti anni dopo.
Tutti insieme, ognuno rimanendo se stesso, con il suo carisma: Vittorio l'anima manageriale, Luca la passione tecnica e Angela il guizzo creativo. Così si dividono i compiti quando nel 1997 dopo il ritiro dei genitori prendono il timone della maison. Non è un momento facile: il mondo e la moda si sono completamente trasformati , c'è da fare una svolta importante, se si vuole riportare il marchio, ancora amato ma ormai un po' lontano dai riflettori, al successo internazionale. E la famiglia, unita come sempre, ci riesce: lo stile Missoni, che Angela è riuscita rendere contemporaneo mantenendolo inconfondibile, veste i protagonisti dei red carpet e dei gala di tutto il mondo. Vittorio è stato l'anima del marketing: ha allargato i confini e gli interessi della maison, investendo in hotel di lusso, negli accessori, nei profumi, dando vita a collaborazioni insolite come quelle con la casa automobilistica. Luca sposa tecnologia e creatività: dal design della maglieria alle mostre, anche come fotografo di talento.
Il settore casa anche adesso resta appannaggio indiscusso di Rosita, ma anche Ottavio fino all'ultimo non è stato certo un pensionato: e sotto il suo occhio benevolo ma attento hanno mosso i primi passi nell'azienda i nipoti, Ottavio Junior, figlio di Vittorio, e l'eclettica Margherita. La «piccola di casa», figlia di Angela, a nemmeno trent'anni ha già un curriculum notevole: ha sfilato e fatto da testimonial alla maison, ne ha disegnato gli accessori e oggi progetta una linea più accessibile del marchio, da vendere attraverso il sito web.
Sì, perché la «ditta» Missoni, proprio come la famiglia, non si ferma mai: anche quando la crisi si è abbattuta sul mondo della moda, si è preferito tagliare il management piuttosto che i dipendenti, tantomeno delocalizzare all'estero. Tutto continua a essere prodotto qui, a un passo da Gallarate dove lunedì si terrà il funerale del fondatore. E poi si ripartirà, come si è fatto dopo la tragedia di gennaio: tutti sono ai loro posti. Familiari e non, dall'amministratore delegato Alberto Piantoni all'ultimo arrivato degli operai.
A loro pensavano i Missoni, quando, già cinque anni fa, hanno ristrutturato l'organizzazione della società, razionalizzando licenze, tagliando costi e pensando al futuro: «In ogni caso l'azienda deve andare avanti, anche senza di noi- diceva allora Angela - Ci deve sopravvivere a tutti».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.