Quel ricatto delle procure respinto da Berlusconi: così partì l'assalto dei pm

Nel libro scritto con Sangiuliano, Feltri racconta il colloquio del Cav con Elio Veltri nel '94 che gli costò solo grane giudiziarie

Nel dibattito politico lo si sussurra da tanto. Ora Gennaro Sangiuliano e Vittorio Feltri lo mettono nero su bianco: gli italiani non si riconoscono in una patria ma in tante piccole chiese, che non si limitano a confrontarsi ma che ormai non fanno altro che cercare di delegittimarsi. Il libro Una Repubblica senza patria (Mondadori) è stato presentato ieri alla libreria Arion di Roma. Con i due autori ne hanno parlato il senatore Maurizio Gasparri e l'ex presidente della Camera dei deputati Luciano Violante.

In Italia, sostiene Sangiuliano, l'idea di Patria è antica. Potremmo farla risalire ai Longobardi come sosteneva Croce o almeno a Dante. Però di sicuro oggi il conformismo del politicamente corretto ci rende sempre più simili a come ci vedeva Giovanni Papini: vale a dire italiani incapaci di sostenere la cultura dei nostri avi.

Violante, ovviamente, prova a scartare di lato. Manca l'identità nazionale? Siamo indietro di trecento anni rispetto alle altre nazioni europee. «Prima i Comuni, poi le Signorie e infine gli Stati regionali. Aveva ragione Napoleone III - spiega Violante - che a Cavour che lo informava della nascita dello Stato italiano replica: forse a meglio fare prima la nazione».

Feltri ribadisce che non c'è mai stata un'idea forte della Patria in Italia. Forse ci ha provato Mussolini, ma con scarso successo. Gli italiani sono anche miopi oltre che poco orgogliosi. Hanno in massa salutato con entusiasmo l'introduzione dell'euro salvo poi lamentarsene subito dopo. Siamo l'unico Paese dove lo sport nazionale è parlare male di noi stessi.

Arriveremo forse all'idea di Patria. Prima però dobbiamo avere piena coscienza che siamo attualmente in ginocchio nei confronti di quanto stabilisce quotidianamente Bruxelles. La stessa figura di Berlusconi e del modo in cui è stato trattato dagli avversari politici mostra chiaramente quanto in Italia la partigianeria abbia esacerbato i confronti.

Feltri ricorda a questo proposito un fatto finora inedito, vale a dire il colloquio con Elio Veltri che nel '94 a nome della Procura di Milano chiedeva a Berlusconi di rinunciare al Guardasigilli Alfredo Biondi e di sostituirlo con Giandomenico Pisapia, padre del sindaco di Milano. In caso favorevole la Procura avrebbe interrotto la guerra al Cavaliere.

«Berlusconi -

ricorda Feltri - rifiutò. E da allora si è dovuto beccare oltre alle grane giudiziarie anche l'etichetta di populista». Espressione, sottolinea Feltri, che semmai andrebbe bene per chi ha fatto la rivoluzione bolscevica.

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