Politica

Redditi fermi, crisi nera La Fornero preoccupata: «Sarà un autunno caldo»


Roberto Bonizzi

MilanoDopo l'estate più calda degli ultimi 50 anni l'autunno, a ruota, si annuncia bollente. «Non sarà facile»: parola del ministro del Lavoro, Elsa Fornero, che vede nero sulle prospettive economiche. E ai microfoni di Radio Anch'io si spinge oltre il livello di guardia: «Questa crisi è molto pesante e mette a rischio il futuro industriale del nostro Paese».
Un sistema vicino al collasso, come testimoniano i dati Confcommercio che pone il nostro Paese all'ultimo posto per mancata semplificazione normativa, lungaggini burocratiche, bassa qualità dei servizi pubblici e onerosità degli adempimenti. Come se non bastasse, secondo il rapporto, «l'Italia registra il più basso livello di efficienza del sistema giudiziario ed è agli ultimi posti per capacità di risolvere controversie tra imprese, costi e tempi di adempimento degli obblighi fiscali». Negli ultimi 10 anni il tempo di attesa per una sentenza di fallimento o di insolvenza è quasi raddoppiato passando da uno a due anni, cinque volte i tempi dell'Irlanda, due volte rispetto al Regno Unito. In più l'Italia ha un triste primato: si distingue per la diffusione di pagamenti irregolari e di tangenti, dietro alla sola Slovacchia.
L'economia ristagna e le famiglie soffrono. Come fa rilevare uno studio della Cgia di Mestre il reddito degli italiani è tornato ai livelli di 10 anni fa e con la crisi i risparmi si sono assottigliati del 26,4%. Il potere d'acquisto, negli ultimi quattro anni, è sceso del 3,7% mentre l'inflazione galoppava del 5,2%: numeri che rendono un'impresa arrivare a fine mese. Con questo scenario l'accesso al credito si fa sempre più difficile. Per Bankitalia i prestiti alle piccole e medie imprese sono diminuiti dell'1,5% negli ultimi 12 mesi. Rallentano anche i finanziamenti alle famiglie, con un magro +0,8% su base annua.
La morsa della crisi stringe anche la grande industria. Immatricolazioni a picco e cassa integrazione alle stelle, Fiat è uno dei grandi malati dell'economia italiana. Tanto da spingere la Fornero a un faccia a faccia già ad agosto con l'ad del Lingotto, Sergio Marchionne: «Per le informazioni che ho avuto devo continuare a pensare che la Fiat mantenga i suoi impegni di investimento». Iniziativa benedetta dal leader Uil, Luigi Angeletti: «L'industria automobilistica, quando va male, è in grado di dare un duro colpo all'economia del Paese».

Sarebbe quello di grazia.

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