"Referendum incomprensibili". Ecco perché non è stato raggiunto il quorum

I sondaggisti Nicola Piepoli e Renato Mannheimer elencano i motivi del fallimento di questa tornata elettorale

"Referendum incomprensibili". Ecco perché non è stato raggiunto il quorum
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La tornata referendaria, dal Nord al Sud, è stata una debacle totale per le forze di opposizione. Sono in pochissimi centri, oltretutto molto piccoli, o nelle città dove si votava anche le amministrative, si è superata la soglia del 50%+1 di partecipazione al voto. A livello regionale, invece, il picco lo ha raggiunto la Toscana col 39%, seguita dall'Emilia Romagna col 39%. Per il resto è stata una disfatta totale.

"Il partito non trascinano più come un tempo", dice il decano dei sondaggisti Renato Mannheimer che sottolinea: "Non tutto il Pd era unito su questi referendum e sta vivendo un periodo di profondo dibattito interno". Fortissima l'astensione anche al Sud dove il problema del lavoro e del precariato a cui, almeno teoricamente, gli elettori dovrebbero essere più sensibili eppure in Regioni come la Calabria e la Sicilia la partecipazione al voto non supera il 23%, mentre in Campania si ferma al 29%, in Puglia al 28,5% e in Molise al 27,8%. "Anzitutto questi non erano referendum contro il precariato. In secondo luogo, il Sud ha tradizionalmente votato meno rispetto ad altre aree del Paese e, infine, gli operai che dovrebbero votato sulle questioni del lavoro non votano più i partiti di sinistra ma anzi da tempo votano a destra", spiega Mannheimer. Secondo Nicola Piepoli, "il Sud è una piccola area rispetto al Paese e vi sono una serie di elementi particolari che non influiscono in genere su tutta l'Italia, ma lo stesso vale anche per il Veneto o per il Nord-Est". E, infatti, nel Veneto leghista la partecipazione si è fermata al 26%, mentre in Lombardia al 31%, in Friuli Venezia Giulia al 27,5% e in Trentino Alto Adige addirittura al 22,5%. "Ci sono delle aree che hanno sofferto o che sono state privilegiate e questo dipende dal fatto che l'Italia è fatta per aree non omogenee", dice Piepoli che, poi, puntualizza: "Il voto di Bologna è stato chiaramente molto diverso da quello di Palermo cioè dove si vota di meno si è votato di meno rispetto alla media, dove si è votato di più si è votato di più rispetto alla media. E questo avviene puntualmente nelle elezioni, specialmente in elezioni caratterizzate dalla politica come questa".

In definitiva, "il voto della sinistra è stato determinante sull’affluenza però non è stato premiato perché ha perso, ma non è stato nemmeno punito perché quelli di sinistra sono andati a votare", osserva Piepoli. Nessun dubbio su chi sia il vincitore: "Dal punto di vista mio la volontà della destra e quindi della maggioranza degli italiani ha prevalso. La maggioranza degli italiani non voleva andare alle urne e, guarda un po', questo coincide con la maggioranza degli italiani espressa dalla destra. Sarà una coincidenza, ma - conclude Piepoli - è la prima interpretazione che viene in mente e mi sembra essere la più probabile". Diversa la prospettiva dell'analisi di Mannheimer: "Ha vinto la saggezza del popolo italiano che non risponde a quesiti di difficile comprensione.

Non tutti hanno capito esattamente per cosa si votasse. Finché si deve votare per divorzio o aborto, o persino sulla riduzione del numero dei parlamentari, il referendum è uno strumento che funziona. Su cose incomprensibili come queste ultime no".

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