Roma - Attenzione ai regali a Napoli e agli altri comuni sull'orlo della bancarotta. La legge di stabilità è a un punto cruciale. Ieri i relatori hanno confermato la sostanziale «riscrittura» del ddl, che «conferma le nostre cifre e introduce elementi di buon senso», spiega il relatore Pdl Renato Brunetta.
Ma fuori dai riflettori, dal cilindro potrebbe uscire un ulteriore sconto alle amministrazioni comunali in «pre dissesto», tra le quali spicca - per abitanti e per dimensioni del buco - quella guidata da Luigi De Magistris. Ad annunciarlo è stato il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa: «Stiamo lavorando per ampliare ancora il margine per elevare l'entità del contributo pro capite per i cittadini napoletani», ha spiegato inaugurando una sede del partito nel capoluogo campano. «Oggi - ha proseguito - ci siamo occupati di elevare l'entità del contributo pro capite passando da 100 a 200 euro, ma c'è ancora un margine di ampliamento». Nei giorni scorsi De Magistris aveva sostenuto che il primo sconto (5 anni in più per rientrare dal debito e 200 milioni dal fondo rotativo) non è sufficiente. Nel ddl stabilità potrebbero spuntare quindi ulteriori fondi. Contro, si schiera la Lega nord: «Nel mio Comune, Marcallo, il contributo pro-capite è di 13 euro, dunque consiglio di ridurre il contributo a questa cifra e pensare di utilizzare tutta la differenza per fare lavori veri e quindi creare Pil, anziché foraggiare posti di lavoro improduttivi», ha protestato il senatore della Lega Nord Massimo Garavaglia.
Il regalo a Napoli non risulta a nessuno dei due relatori, che ieri hanno avuto, di fatto, il via libera della Ragioneria dello Stato al nuovo impianto della legge di stabilità. Il ministero dell'Economia doveva quantificare i risparmi del mancato taglio delle due aliquote Irpef e ha confermato le stime dei relatori.
Il tesoretto che sarà utilizzato per famiglie, lavoro e imprese è di 6,7 miliardi di euro in tre anni. Sul come utilizzare le risorse che si sono liberate, ancora non c'è intesa. Ieri Brunetta ha ribadito la proposta del Pdl, che consiste nel destinarli al lavoro, con il raddoppio dei fondi per la produttività, alla ricerca e alle famiglie. «E per noi famiglie significa eliminare l'Imu sulla prima casa. Vale 3,2 miliardi di euro - ha spiegato Brunetta - e secondo noi è possibile o eliminarla tutta o comunque aumentare l'esenzione per eliminarla in tre anni. Se andremo al governo noi faremo esattamente questo». Ad alimentare il fondo proposto dal Pdl, oltre alle risorse individuate dalla Ragioneria, anche i proventi della lotta all'evasione.
Ieri la commissione Bilancio della Camera ha respinto ben 877 emendamenti sui 1.558 che erano stati presentati. A partire da oggi inizierà la discussione sulle proposte di modifica, con l'obiettivo di arrivare in Aula - ha spiegato il relatore Pier Paolo Baretta del Pd - martedì prossimo. Tra le novità il ministro dell'Economia Vittorio Grilli ha confermato le risorse per i malati di Sla, che arriveranno dal fondo di 900 milioni di euro per le politiche sociali. I relatori continuano a puntare a eliminare del tutto i tagli a detrazioni e deduzioni. Per ora il governo ha dato il suo assenso solo allo stop alla retroattività.
Altro tema sollevato ieri è quello dei fondi per la sicurezza. Nel Pdl, in particolare il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri, ha chiesto di eliminare i tagli agli organici.
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