Venti giorni fa il premier Matteo Renzi ha cominciato la sua giornata di campagna elettorale a Milano facendo tappa alla fondazione Vita, autorevole punto di riferimento per la galassia del volontariato. Il premier voleva mostrarsi interessato al mondo del no-profit. Ma è proprio dal Terzo settore che in questi giorni si è levata una protesta fortissima contro il governo degli annunci senza seguito. «Quattro milioni di persone sono senza cibo per colpa di promesse non mantenute dal governo e lungaggini burocratiche», hanno messo nero su bianco gli enti caritativi del gruppo «Insieme per l'aiuto alimentare» (tra cui Fondazione Banco alimentare, Caritas, Croce rossa, Comunità di Sant'Egidio, Fondazione Banco delle opere di carità e Società di San Vincenzo).
Ritardi, intoppi burocratici, promesse non mantenute. È un ritornello frequente a proposito del governo Renzi. In questo caso chi ci va di mezzo è quell'8 per cento della popolazione italiana (4.814.000 persone secondo le ultime stime) in condizioni di povertà assoluta che possono nutrirsi soltanto grazie al sostegno di migliaia di enti caritativi che distribuiscono cibo fornito da realtà come il Banco alimentare. L'Europa, per una volta non matrigna, fino a dicembre 2013 distribuiva direttamente derrate ed eccedenze alimentari tramite il programma Pead. Da gennaio il Pead è diventato Fead, cioè un fondo finanziario che dispensa non più cibo ma denaro con cui i 28 Paesi possono comprare alimenti per i poveri.
Per l'Italia lo stanziamento 2014 è pari a 75 milioni di euro (595 complessivi fino al 2020). I vari Stati europei dovevano approvare un programma operativo e spedirlo a Bruxelles. Alcuni Paesi (per esempio Francia, Spagna, Grecia e Polonia) hanno fronteggiato subito questa emergenza. Il governo italiano è in gravissimo ritardo. I soldi, già a disposizione del ministero del Welfare, non arriveranno prima di fine settembre. L'esecutivo Renzi avrebbe potuto intervenire subito ricorrendo al Fondo nazionale per l'agricoltura, il quale ha una dotazione di 10 milioni di euro che si aggiungono ai 75 del Fead. Il Fondo è stato finanziato a dicembre nella legge di stabilità. Ma soltanto l'altro giorno il ministero ha sbloccato questi 10 milioni per acquistare 12mila tonnellate di pasta e 2.700 tonnellate di farina. Qualcosa si muove; tuttavia, tra approvazione del decreto e bandi per l'acquisto delle derrate, le mense dei poveri non vedranno nulla fino al termine dell'estate.
«È essenziale che la macchina sia partita», dice Marco Lucchini, direttore generale della fondazione Banco alimentare, l'ente che distribuisce la maggiore quantità di cibo agli enti di assistenza. «I tempi della fame e della burocrazia non sono compatibili - protesta Lucchini - Promesse e attese non sfamano famiglie, bambini e anziani. Da sei mesi aspettiamo che il ministero del Welfare renda disponibili i 75 milioni stanziati dal Fead. Il ministro Poletti e i suoi funzionari hanno rassicurato più volte noi e le altre associazioni di voler procedere rapidamente nella presentazione all'Ue del piano operativo, ma a oggi non ne sappiamo ancora nulla. Lo stesso premier Renzi nel documento di riforma del Terzo settore ha lodato quell'Italia generosa che tutti i giorni opera silenziosamente per migliorare la qualità della vita delle persone, ma ci sentiamo abbandonati perché alle dichiarazioni non seguono i fatti».
Per riempire i magazzini quasi vuoti, e in attesa che il governo pensi anche a chi non riesce a mettere insieme pranzo e cena, il Banco ha deciso di organizzare per oggi una Colletta alimentare straordinaria: una replica della grande raccolta di cibo che da anni si svolge l'ultimo sabato di novembre in quello che è diventato il più grande gesto di carità collettiva in Italia.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.