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Fiera di Francoforte, Levi lascia dopo le polemiche su Rovelli e sul figlio

Dopo le polemiche su Carlo Rovelli sono arrivate quelle sull'affidamento della comunicazione dell'Italia a un'agenzia belga in cui lavora il figlio: Ricardo Franco Levi lascia l'incarico di commissario straordinario del Governo per l’Italia Paese ospite d’onore alla Fiera del libro di Francoforte 2024.

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Alla fine, Ricardo Franco Levi ha deciso di fare un passo indietro e in queste ore ha rimesso nelle mani di Gennaro Sangiuliano come commissario straordinario del Governo per l’Italia Paese ospite d’onore alla Fiera del libro di Francoforte 2024. La decisione è arrivata dopo settimane di tensioni, di dichiarazioni e di smentite, che hanno impattato sul lavoro dell'ex sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con delega all'informazione e all'editoria, nel secondo governo Prodi.

Sono diverse le possibili cause che hanno portato alla rinuncia da parte del fedelissimo del Partito democratico ma su tutte potrebbe esserci la rivelazione del quotidiano "Libero" di quest'oggi, secondo il quale lo stesso Levi avrebbe affidato la comunicazione relativa alla partecipazione alla Buchmesse del nostro Paese a un'agenzia di comunicazione belga. Non una qualunque, ma la Ifc Next. Già la decisione di affidarsi a una società straniera appare strana, visto che l'Italia ha delle eccellenze in tal senso, ma è soprattutto la presenza di suo figlio in questa agenzia ad aver destato molte perplessità. "Ifc Next ha vinto la gara perché aveva il progetto migliore e il meno caro. E mio figlio non si è mai occupato del progetto e quel lavoro se l'è trovato da solo", si è difeso Levi.

Ma nonostante la difesa, a stretto giro è arrivato il passo indietro. Questa polemica fa seguito a un'altra scoppiata due settimane fa, che ha coinvolto Levi come autore dell'esclusione di Carlo Rovelli dalla Buchmesse. Di sua spontanea volontà, il commissario aveva deciso di annullare l'invito per la cerimonia di apertura al fisico a seguito delle critiche dal palco del 1 maggio, scatenando una valanga di polemiche bipartisan. Un'esclusione che ha fatto clamore, sulla quale Levi decise di fare un passo indietro rinnovando quindi l'invito allo studioso.

Ma in quell'occasione, nonostante le forti pressioni ricevute, quelle sì, per dimettersi, Levi sembrava intenzionato a non lasciare l'incarico. Ma ora è arrivata la decisione definitiva. L'Italia avrà pochissimo tempo per riorganizzare il tutto con un altro commissario. "Non posso che confermare che ieri ho rimesso nelle mani del ministro il mio mandato come commissario straordinario. Questa decisione l'ho presa perchè era in gioco la mia correttezza nell'esercizio di funzioni di governo", ha dichiarato Levi all'Ansa. L'ormai ex segretario ha poi aggiunto: "Oggi pomeriggio ho ricevuto una telefonata personale che ho apprezzato molto, dal ministro Sangiuliano, che mi ha comunicato la sua decisione di voler accettare le mie dimissioni in un'ottica e nel perseguimento di una discontinuità".

In merito alla vicenda legata al figlio ha preferito non aggiungere altro: "Tutto si è svolto nell'assoluta trasparenza e correttezza".

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