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"Sarà la mia battaglia". Ma Sala dimentica le sentenze sui figli omogenitoriali

La pronuncia della Corte di Cassazione sulla non legittimità del riconoscimento dei figli omogenitoriali non va giù a Beppe Sala, che dichiara l'ennesima battaglia ideologica

"Sarà la mia battaglia". Ma Sala dimentica le sentenze sui figli omogenitoriali

Lo scorso 8 novembre, le sezioni unite della Corte di Cassazione, con la sentenza 38162 pubblicata il 30 dicembre, hanno ribadito che la maternità surrogata, anche qualora avvenga in forma gratuita, "offende in modo intollerabile la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane" e "ciò esclude la automatica trascrivibilità del provvedimento giudiziario straniero" . Inoltre hanno stabilito che "l’ineludibile esigenza di assicurare" al bambino nato con la "gestazione per altri" può essere garantita con l'adozione "in casi particolari". Una pronuncia in tal senso era già stata avanzata dalla Corte Costituzionale prima dei giudici del Palazzaccio e questo implica che i bambini nati da una maternità surrogata all'estero non possono essere riconosciuti in Italia da una coppia ma solo dal genitore che ha fornito il suo apporto biologico. In tal senso si è mosso il Viminale, esortando i Comuni a interrompere le registrazioni nel rispetto di quelle pronunce e, negli ultimi giorni, anche le prefetture hanno fatto lo stesso. Tuttavia, nonostante le due pronunce di Cassazione e Corte Costituzionale, il sindaco di Milano ha deciso di iniziare, come da lui dichiarato, una "battaglia politica" contro il governo.

"Questo a mio parere è un passo indietro evidente dal punto di vista politico e sociale, e mi metto nei panni di quei genitori che a Milano pensavano di poter contare su questa possibilità", ha detto il sindaco questa mattina nel corso del suo podcast "Buongiorno Milano", senza specificare che questa possibilità, come la chiama lui, è evidentemente anticostituzionale. Un'omissione che falsa il piano del ragionamento, che sposta le responsabilità sulla politica e, di fatto, diventa l'ennesimo caso strumentale della sinistra per gettare discredito sull'esecutivo. Il sindaco, quindi, ha aggiunto: "La registrazione non dipende solo dalla volontà politica, è un atto che ha a che fare, logicamente, con l'apparato amministrativo del Comune e io, vista anche la presa di posizione della Procura, non posso esporre un funzionario comunale a rischi personali di natura giudiziaria". La procura di Milano si è mossa non su ordine politico ma in rispetto della legge e delle sentenze, altro dettaglio non evidenziato dal sindaco.

Sala, nel tentativo di non minare ulteriormente la sua reputazione, avendo promesso un atto contro la Costituzione, ha dichiarato che intende farsi "carico di portare avanti politicamente questa battaglia e di seguire con la massima attenzione ogni sviluppo, normativo e giudiziario di questa complessa vicenda". Ha criticato la Corte di Cassazione, perché "l'adozione in casi particolari appare oggi in Italia ormai assai complessa e farraginosa" e ha invocato una nuova legge. Come sempre, al sindaco Sala non interessa il mondo reale che là fuori chiede più sicurezza, che ha sempre più difficoltà perché la sua giunta ha attuato una serie di aumenti sui servizi che rendono la vita a Milano complicata.

Al solito, il sindaco di Milano porta avanti battaglie ideologiche per pochi, dimenticandosi dei molti.

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