Rimpasto tra ai vertici azzurri per dare una mano ad Alfano

I nomi che circolano per guidare il partito sono quelli di Capezzone, Carfagna e Gelmini

Rimpasto tra ai vertici azzurri per dare una mano ad Alfano

Roma - La poltrona di Angelino Alfano a Via dell'Umiltà non è certo in discussione. Anzi la sua presenza nel governo, nella doppia veste di segretario del Pdl e ministro dell'Interno, è considerata dal Partito democratico alla stregua di una promessa solenne, una assicurazione sulla vita e sulla tenuta del governo, uno scudo contro i fisiologici malumori destinati ad emergere nel partito azzurro quando verranno toccate le materie considerate strategiche a Via del Nazareno in termini di consenso e riconoscibilità. A quel punto spetterà ad Alfano esercitare l'arte della mediazione e trovare un punto di incontro con gli ex avversari.

Nel Pdl l'eventuale partita per una ridefinizione della tolda di comando viene considerata come un orizzonte ancora lontano. Troppo incerto l'orizzonte del governo, troppo avvolto dalle nebbie il futuro di un esperimento tanto innovativo quanto pericoloso. Certo i primi segnali arrivati da Enrico Letta sull'abolizione dell'Imu - punto cardine per la partecipazione del partito di Silvio Berlusconi al governo - sono confortanti. Così come soddisfazione c'è per la citazione di «provvedimenti-bandiera» come la detassazione sulle nuove assunzioni e la correzione degli aspetti più divisivi della riforma Fornero. Ma al di là di questa prima presa di contatto sicuramente positiva, proiettarsi nel futuro e immaginare la coabitazione Pd-Pdl da qui a qualche mese non è certo cosa semplice.

Se, però, questa strana alchimia dovesse funzionare e il governo dovesse durare, chiedersi cosa accadrà al quarto piano di Via dell'Umiltà diventa inevitabile. Se da una parte il ruolo di dominus organizzativo di Denis Verdini non è in discussione, qualche aggiustamento nella prima linea del partito potrebbe esserci. In questo senso tra le voci che circolano c'è quella che prevede la possibilità di avere a Via dell'Umiltà dei «reggenti», ovvero delle figure di riferimento che possano occuparsi a tempo pieno della macchina del partito senza scalfire ruolo e autorevolezza di Alfano e aiutarlo a portare avanti il doppio incarico.

I rumors che circolano si concentrano per ora su tre figure, quella di Mara Carfagna, di Mariastellla Gelmini e di Daniele Capezzone. C'è, però, un altro fattore di cui sarà inevitabile tenere conto: quello degli ex An, rimasti fuori dalle nomine e non certo soddisfatti per il trattamento ricevuto. Gli uomini provenienti da Via della Scrofa aspettano di vedere quali scelte verranno fatte a livello di sottosegretari e di presidenti delle Commissioni, oltre che nella Convenzione delle Riforme, camera di compensazione parallela che dovrà tentare di ridisegnare la veste costituzionale del Paese. Ma qualcosa potrebbero pretendere anche sul fronte del partito. Resta poi da coprire un altro incarico non meno importante, lasciato vacante da Maurizio Lupi, neo ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture: la vicepresidenza della Camera, posizione per la quale circola il nome di Daniela Santanchè oltre a quello di Antonio Leone che ha già rivestito questo incarico.

Le caselle libere su cui lavorare per arrivare a lenire i malumori interni, dunque, esistono. Ma il gioco di incastri si preannuncia complicato e non sarà facile posizionare ogni tessera al proprio posto e completare il puzzle dell'armonia.

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