Rimpasto, tagliando e verifica Ecco il tormentone dell'estate

Brunetta replica a Epifani che vuole liberarsi di Alfano: "Vogliamo lo stesso numero dei ministri Pd". E il Pdl chiede la moratoria sui temi etici: democrat in fibrillazione

Rimpasto, tagliando e verifica Ecco il tormentone dell'estate

Roma - E no, il rimpasto no. Dopo la verifica, la cabina di regia e i vertici di maggioranza, ci mancava solo questo tormentone vintage per rovinare del tutto la nostra estate già metereologicamente malmessa. Meglio allora il «riequilibrio», come sostiene Renato Brunetta. «Tra il Pd e il Pdl alle elezioni c'è stato uno scarto di voti pari allo 0,3%. Invece loro hanno quasi il doppio di ministri rispetto a noi, vogliamo pari dignità». Dal punto di vista matematico non fa una grinza. Da quello politico, il ragionamento di Brunetta serve solo a bloccare l'ultima idea del Pd: aspettare settembre e silurare Alfano. Che si difende così: «Mai pensato a un passo indietro, non ci sarà alcun rimpasto. Non c'è una terza via tra questo esecutivo e il caos».

Dunque non avremo un governo balneare e nemmeno una crisi sotto l'ombrellone. Ma siccome la stagione delle metafore e del luogo comune è cominciata, ecco a voi i paragoni automobilistici. A Palazzo Chigi il pilota, nonostante «le strade strette» e i «percorsi accidentati» della maggioranza, sembra fresco: niente vacanze quindi per Enrico Letta, al massimo un pit-stop a Pisa attorno a Ferragosto. La macchina invece, a soli tre mesi dal giuramento, perde qualche colpo e Maurizio Gasparri propone una modifica della testata: «Letta deve assumere la guida delle politiche economiche. Prenda lui l'interim».

Guglielmo Epifani invece pensa al «tagliando». Luci, gomme, freni, frizione. Il segretario del Pd però non vuole soltanto cambiare l'olio e le spazzole, vuole cambiare pure il ministro dell'Interno. Forse fa solo finta, magari sta dando un po' di spazio ai malesseri della base. O, chissà, si preoccupa della tenuta del suo partito, costretto dalla ragion di Stato a votare contro la mozione di sfiducia individuale nei confronti di Angelino Alfano per il caso Shalabayeva. Comunque sia, il Pdl ha già alzato un muto attorno al suo segretario. Anzi, ha approfittato per rovesciare la frittata e mettere sotto tiro qualche altro ministro. I nomi in bilico sono quelli di Flavio Zanonato, Maria Chiara Carrozza e soprattutto Fabrizio Saccomanni.

Nel frattempo il centrodestra rilancia sui temi etici e soprattutto su quelli economici. «A settembre - spiega Brunetta - dovremo stringere un nuovo contratto chiaro e si dovrà arrivare a una pari dignità di rappresentanza. Nel governo ci sono due punti fermi, Letta e Alfano». Insomma, se deve essere rimpasto, che sia una rivoluzione. «Dopo avere detto una serie di fesserie - si legge in una dichiarazione di Maurizio Gasparri - anche Zanonano ha capito che l'Imu sulla prima casa va cancellata e che l'Iva non può aumentare. Il ministro, come tanti di sinistra, ama l'oppressione fiscale. A questo punto il presidente del Consiglio deve attuare gli indirizzi espressi alla nascita dell'esecutivo». D'accordo l'ex ministro Marizio Sacconi, che assieme a Maurizio Lupi, Mara Carfagna e Mariastella Gelmini chiede al Pd una «moratoria sui temi etici». Un'iniziativa che ha mandato in fibrillazione i democrat. Visti i chiari di luna, infatti, il Pd ha - tanto per restare in tema - ingranato la retromarcia. È toccato a Dario Franceschini, ministro per i Rapporti con il Parlamento, dare il via all'inversione di marcia. «Non c'è alcun rimpasto all'orizzonte, semmai la nostra esigenza è di rafforzare il governo», ha detto smentendo Epifani. Ma ora anche il renziano Roberto Giachetti, vicepresidente della Camera, prende in giro il segretario. «Il termine tagliando mi fa venire i brividi. Nella Prima Repubblica si chiamava verifica, ore potremmo dire bollino blu».

Intanto i ministri si arroccano: se si comincia con un rimpasto, non si sa mai dove si finisce. «È un rito del passato - dice Gaetano Quagliariello - e noi dovremmo guardare al futuro. Le riforme sono nei tempi ma il nostro dovere è dare le risposte che la gente attende». E Mario Mauro: «Nel mio paese si dice “aiuta il tuo vicino ad avere ragione”.

Sapendo che Alfano è anche il segretario del Pdl, è indispensabile fare quadrato attorno a lui. Questa è una maggioranza eccezionale nei numeri e nelle ragioni per cui sta insieme chi in teoria insieme non può stare. La nostra debolezza è pure un motivo di forza».

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