Elezioni Regionali 2023

Il tecnico esperto di emergenze e sanità. Le sue tre passioni: pesci, jazz e Lazio

L’ex presidente della Cri in campagna elettorale ha subìto la politica del fango della sinistra: tutti colpi bassi andati a vuoto

Rocca, il tecnico esperto di emergenze e sanità. Le sue tre passioni: pesci, jazz e Lazio

«E ora è il momento di governare, con passione, responsabilità e dedizione». L’outsider alla fine ce l’ha fatta, strappando un risultato perfino superiore alle attese. Francesco Rocca da ieri è il nuovo presidente della Regione Lazio, il candidato che è riuscito a interrompere un decennio di dominio del centrosinistra. Eppure la sua corsa era partita non senza perplessità. Il timore di aver sbagliato un’altra volta candidato circolava, si temeva che Giorgia Meloni avesse scelto una figura soporifera e curiale, un «impolitico» poco avvezzo a scaldare l’elettorato. Paure subito fugate fin dalla prima uscita al Residence Ripetta quando un elettorato pure abituato alle tinte forti, all’invettiva e al carisma dei leader, desideroso di politici capaci di trascinare con la forza delle parole, si accorse subito di avere di fronte un candidato vero. Un civico sì, ma capace di farsi ascoltare e far vibrare le corde dell’oratoria, forte dei propri trascorsi giovanili nel Fronte della Gioventù, ma anche una figura con un portato umano facilmente percepibile.
Rocca, 58 anni, è laureato in legge, ha esercitato la professione forense dal 1990 al 2003 per poi dedicarsi alla sanità pubblica e al volontariato con la Caritas, occupandosi prevalentemente di assistenza ai migranti e disagio giovanile, con il Jesuit Refugees Service e l’ospedale Cottolengo di Torino. Commissario dell’Ospedale Sant’Andrea di Roma dal 2002, ne è stato poi il direttore fino al 2007. Eletto per la prima volta presidente nazionale della Croce Rossa Italiana nel gennaio 2013, in quello stesso anno è stato eletto vice presidente della Federazione Internazionale. Nel 2018 il grande salto con l’elezione a presidente della Croce Rossa ad Antalya, in Turchia, con la maggioranza assoluta dei voti, primo italiano a ricoprire la prestigiosa carica internazionale.
Pragmatico e grande lavoratore, è un grande appassionato di musica jazz e napoletana e un grande tifoso della Lazio. Amante degli animali, possiede diversi acquari. Nonostante l’abitudine a gestire le emergenze umanitarie e le conseguenze drammatiche di terremoti e inondazioni, nelle prime settimana di campagna elettorale ha vissuto non senza difficoltà e stupore i tentativi di creare una campagna di fango sul suo nome. Dopo aver trascorso 38 anni a convivere con il dolore degli errori giovanili legati alla droga, era convinto di avere concluso un infinito percorso di redenzione. Al contrario ha scoperto sulla propria pelle la grammatica violenta della campagna elettorale.
In realtà un trattamento analogo gli era stato riservato quando in occasione della sua candidatura alla guida della Croce Rossa Internazionale ci fu chi pensò bene di fare arrivare ai «decisori» la traduzione degli articoli sulla sua vicenda giudiziaria. Colpi bassi che non ottennero alcun effetto. Da Ginevra gli fecero sapere che erano perfettamente a conoscenza della sua vicenda umana e consideravano il suo percorso di vita «una storia esemplare di redenzione» e quell’istituzione - con più Paesi aderenti delle Nazioni Unite e 160 anni di storia - non si sarebbe fatta condizionare. In campagna elettorale ha puntato sul gioco di squadra e sugli ottimi rapporti con i leader del centrodestra. Una capacità di ascolto e di mediazione di cui avrà certamente bisogno nel nuovo ruolo istituzionale e politico. «Sono abituato alla Croce Rossa dove non c’è spazio per i personalismi.

Porterò lo stesso approccio in Regione».

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