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Roma, bufera alle primarie del centrosinistra

A Napoli i cinesi in fila, a Roma i rom. Ancora una volta scoppia la polemica sulle primarie del centrosinistra. Mentre sono ancora aperte le urne, vengono lanciate accuse di "voti comprati" dovuti alla presunta presenza di "infiltrati" ai seggi

Roma, bufera alle primarie del centrosinistra

A Napoli i cinesi in fila, a Roma i rom. Ancora una volta scoppia la polemica sulle primarie del centrosinistra. Mentre sono ancora aperte le urne, vengono lanciate accuse di "voti comprati" dovuti alla presunta presenza di "infiltrati" ai seggi.

A lanciarle, su Facebook, Cristiana Alicata, membro della direzione regionale del Pd Lazio: "Le solite incredibili file di Rom che quando ci sono le primarie si scoprono appassionatissimi di politica". E a chi la accusa di razzismo risponde: "Il razzismo non c'entra nulla. Sono voti comprati. Punto. Chi lo nega è complice dello sfruttamento della povertà che fa il clientelismo in politica".

Le irregolarità sono state segnalate anche dai candidati alla poltrona di sindaco. "Stanno arrivando al comitato numerosissime telefonate e segnalazioni di irregolarità e disservizi nei seggi elettorali", ha affermato Antonio Funiciello, portavoce del Comitato GentilonixRoma.

Diverso il parere della candidata del Pd, Patrizia Prestipino: "Io sto girando tutti i seggi. Di irregolarità non ho sentito parlare, ma sto notando un grande nervosismo tra i rappresentanti di lista dei tre candidati del Pd (Paolo Gentiloni, Ignazio Marino e David Sassoli)".

"Non c’è bisogno di insinuare una compravendita dei voti dei rom per spiegare la loro massiccia presenza ai seggi per le primarie del Pd, diversamente da quanto afferma un dirigente del Pd, credo che la spiegazione sia più semplice: alcune associazioni e cooperative che hanno visto come fumo negli occhi la costante azione di difesa della legalità svolta dalla giunta Alemanno attraverso la chiusura di vergogne nazionali, come Tor dè Cenci e Casilino 900, stanno mobilitando la loro base nei campi nomadi per far pesare i loro voti sul vincitore", sostiene Andrea Augello, senatore del Pdl.

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