La Buvette

Rosiconi

Il protagonista di questa settimana è il video di Giorgia Meloni che ha creato non poche polemiche. Abbiamo intervistato Tommaso Longobardi che, quel video, lo ha pensato e girato

Rosiconi

Cosa accade tra le stanze damascate dei palazzi della politica? Cosa si sussurrano i deputati tra un caffè e l'altro? A Roma non ci sono segreti, soprattutto a La Buvette. Un podcast settimanale per raccontare tutti i retroscena della politica. Gli accordi, i tradimenti e le giravolte dei leader fino ai più piccoli dei parlamentari pronti a tutto pur di non perdere il privilegio, la poltrona. Il potere. Ognuno gioca la propria partita, ma non tutti riescono a vincerla. A salvarsi saranno davvero in pochi, soprattutto dopo il taglio delle poltrone. Il gioco preferito? Fare fuori "l'altro". Il parlamento è il nuovo Squid Game.

Ma avete visto quante polemiche questa settimana su Giorgia Meloni e il suo governo? A scatenarle un video (che avrete già visto immagino) dove il Presidente del Consiglio illustra - camminando tra le stanze damascate di Palazzo Chigi - le misure contenute nel decreto lavoro. Quello approvato il primo maggio, nel giorno della festa dei lavoratori. I giornali sono andati in tilt, ovviamente quelli di “sinistra”. Fiumi di parole per condannare il videomessaggio del premier. Ma non per i contenuti, bensì per la regia. E noi questa settimana abbiamo deciso di intervistare chi, quel video, lo ha pensato. Studiato. Stiamo parlando di Tommaso Longobardi, 32 anni da 5 segue la comunicazione di Giorgia Meloni.

*ASCOLTA L’INTERVISTA E I RETROSCENA DIETRO IL VIDEO DI GIORGIA MELONI A PALAZZO CHIGI*

Lei viene definito da molti come la “bestia buona”, è così? È stato definito in tanti modi, lei come si definirebbe?

Sinceramente credo che i nomi dati alle squadre social lascino il tempo che trovano e servano solo a costruire un falso velo di mistero sul lavoro dei professionisti che lavorano nella comunicazione politica. Poi possono definirmi come vogliono, non mi offendo. Anzi, se c’è il disturbo di dare una definizione, probabilmente stiamo lavorando bene.

Le dà fastidio essere paragonato a Luca Morisi, ex capo della comunicazione social di Matteo Salvini chiamata da tutti la “bestia”?

Non capisco questa necessità di dover paragonare professionisti che lavorano ciascuno seguendo i propri metodi o avendo diverse sensibilità comunicative.

Come la chiamerebbe lei la macchina social che gestisce per conto del Presidente Meloni?

Alberto, Giordano, Gianluca e Silvia. I nomi dei professionisti con cui lavoro vanno già benissimo così.

Immaginava che il video di presentazione del decreto lavoro potesse creare così tante polemiche?

Sinceramente no. Sapevo avrebbe funzionato in virtù del nuovo format utilizzato, ma mai avrei immaginato che si potesse addirittura creare un caso politico dietro.

Perché secondo lei?

Più motivazioni. La prima più politico-mediatica, legata alla questione della conferenza stampa. La seconda, invece, più legata alla percezione del nuovo format comunicativo che, essendo qualcosa di nuovo, ha creato dibattito e divisione. Come avviene sempre quando viene lanciato un nuovo stile comunicativo. Infine, il fatto che abbia funzionato bene. E credo che questa sia la motivazione principale.

C’era un significato dietro al video del Presidente Meloni?

Il significato credo fosse evidente: riuscire a comunicare ai cittadini quanto approvato in Consiglio dei ministri con uno stile più dinamico rispetto ai soliti video.

Solo naturalezza? È quello il segreto del successo del premier?

Non credo sia un singolo segreto ad aver costruito il successo di Giorgia. È la sua personalità con tutte le sue sfaccettature, la forza della sua immagine, la grinta. E tanto altro.

Ci dica la verità: è vero che qualche ministro si è sentito in imbarazzo a "posare" per il video in Consiglio dei ministri?

Erano stati avvertiti pochi minuti prima, difficile che qualcuno potesse sentirsi in soggezione per pochi secondi di ripresa a CdM non iniziato.

In molti accusano Giorgia Meloni di sottrarsi alle conferenze stampa. È un'accusa ingiusta?

Giorgia è proprio il tipo di persona che meno si sottrae al dialogo e al confronto. Lo dimostra la sua storia, il suo percorso, la sua quotidianità.

Perché non è stata fatta il primo maggio per presentare il decreto?

Si è scelto di non fare la conferenza stampa a seguito delle lamentele dei sindacati e per rispetto ai giornali chiusi.

Confessi: si è ispirato a qualche predecessore di Giorgia Meloni in particolare? Magari al governo Conte e al Movimento 5 Stelle..

Assolutamente no. Il video è nato con spontaneità riflettendo con Giorgia stessa su quale fosse il modo migliore per raccontare, in modo diverso rispetto al solito, ai cittadini le misure che avrebbe varato il Consiglio dei ministri.

Il merito del successo del video rimane il suo.

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