Il rottamatore piazza i suoi Posti certi a Delrio e Boschi

Ministero anche a Guerini. Reichlin in pole per l'Economia. In calo Baricco e Farinetti in conflitto di interessi. Il vicepremier potrebbe essere ancora Alfano

Il rottamatore piazza i suoi Posti certi a Delrio e Boschi

Roma - I renziani della prima ora, d'accordo. Poi quelli saliti sul carro del vincitore. Un paio di poltrone per la riserva indiana dell'opposizione interna al Pd. I centrini, che servono pure i loro voti. E l'Ncd, ancorché ridimensionato. E gli ex grillini? E Sel, che dice di non volere poltrone ma hai visto mai? Il premier in pectore Matteo Renzi giorni fa faceva capire di avere già pronta nella sua testa la squadra, ma la verità è che anche lui sta compulsando frenetico quello che già ieri abbiamo chiamato «manuale Renzelli» in cerca dell'algoritmo per il governo perfetto. Nelle caselle decisive ieri c'è stato una sorta di effetto domino. Il vicepremier potrebbe essere ancora Angelino Alfano, che così rinuncerebbe al Viminale, che passerebbe a Graziano Delrio, uno che una poltrona «forte» in un modo o nell'altro la avrà. Il brizzolato attuale ministro degli Affari Regionali viene tenuto d'occhio anche per il ruolo di sottosegretario alla presidenza del consiglio. Qui si parla anche di Dario Nardella, vero braccio destro di Renzi. E di Maria Elena Boschi, che in ogni caso sarà il volto-copertina dell'esecutivo. Per lei, inizialmente destinata alle Riforme, pare schiudersi ora il ministero della Cultura. Le quotazioni di Alessandro Baricco sono in calo: Renzi, infatti, vuole evitare il rischio di conflitti di interesse, visto che la scuola Holden dello scrittore torinesi prende soldi pubblici. Lo stesso motivo per cui al momento Oscar Farinetti, patròn di Eataly, avrebbe fatto un passo indietro per l'Agricoltura, dove sembra plausibile la conferma di Ernesto Carbone, da poco subentrato a Nunzia De Girolamo.

Il nodo vero sono i ministeri economici. Per l'Economia la favorita resta Lucrezia Reichlin, figlia di due veterocomunisti come Alfredo e Luciana Castellina e molto gradita a Mario Draghi, con cui dovrà lungamente trattare. Tanti i nomi alternativi, che potrebbero essere dirottati allo Sviluppo economico: Andrea Guerra (ad di Luxottica), Pier Carlo Padoan (già all'Ocse), Vittorio Colao (ad di Vodafone). Al lavoro in calo le azioni di Guglielmo Epifani, in pole position ora c'è Pietro Ichino, voluto da Scelta Civica. La cui segretaria Stefania Giannini si è autocandidata all'Istruzione e non è detto che non venga accontentata. Le Infrastrutture potrebbero essere sottratte a Maurizio Lupi (nel cui caso l'altra Ncd Beatrice Lorenzin resterebbe ben salda alla Sanità) e finire al sindaco di Bari Michele Emiliano, uno che sta tampinando il rottamatore da giorni. Altro sindaco smanioso quello di Salerno Vincenzo De Luca, che potrebbe essere accontentato spacchettando i Trasporti.

Emma Bonino resterebbe agli Esteri, Michele Vietti pare in calo ma sempre favorito per la Giustizia, Andrea Orlando all'Ambiente e Dario Franceschini alle Riforme, mentre Matteo Richetti e Lorenzo Guerini allungano le mani rispettivamente sugli Affari Regionali e sui Rapporti con il Parlamento.

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