Il caso Sallusti spacca i pm. Dopo che il procuratore capo di Milano, Edmondo Bruti Liberati, ha ordinato, con parere contrario degli altri magistrati, gli arresti domiciliari per il direttore de ilGiornale, anche la decisione del giudice della sorveglianza che ha confermato la misura alternativa ha ricevuto critiche.
Perplessità sono state espresse dallo stesso pool di magistrati guidato da Nunzia Gatto che ha criticato l'applicazione della legge "svuota-carceri". Una scelta ritenuta "pilatesca": in sostanza, il giudice della sorveglianza si limita a valutare la presenza dei tre requisiti chiesti dalla legge per applicare la normativa contro l’affollamento carcerario (pena inferiore ai 18 mesi, indicazione di un domicilio idoneo e non pericolosità sociale del condannato), ma non spiega perché ritiene corretta la scelta di Bruti di chiedere i domiciliari nonostante il direttore del quotidiano non avesse avanzato una proposta di misura alternativa al carcere entro i trenta giorni previsti dalla legge dal momento della condanna definitiva.
Proprio a causa di questa motivazione "incompleta", secondo i pm la decisione non fa
giurisprudenza e non può costituire un precedente. Se fosse questo l'orientamento prevalente, i casi analoghi a quello di Sallusti sarebbero trattati come quelli precedenti alla vicenda (cioè col carcere e non con i domiciliari).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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