Alla festa provinciale della Lega a Milano, il vicepremier Matteo Salvini ha toccato vari argomenti tra i più caldi a livello nazionale ed europeo. Parlando a margine dell'evento, il ministro dei Trasporti ha riservato la sua prima stoccata per il sindaco Beppe Sala che, durante la commemorazione della strage di piazza Fontana, ha affermato che "le strade sono ancora piene di fascisti". "Ma era sobrio? Cioè, era sereno e tranquillo? Stai sereno, preoccupati di Milano, con i problemi che ci sono a Milano, che non sono le strade invase dai fascisti", l'affondo del leader del Carroccio.
"C'è un tema di sicurezza che lo stesso sindaco ha negato per troppo tempo, che noi stiamo lavorando per risolvere assumendo forze dell'ordine, accendendo telecamere. Certo, sarebbe meglio se la polizia locale di Milano fosse usata maggiormente sul tema della sicurezza e non per fare multe dalla mattina a sera, visto che Milano è la città più multata d'Italia", ha proseguito Salvini. "Sala, che è una persona valida per carità di Dio, però mi sembra che abbia perso un po' di voglia, un po' di stimolo, un po' di sprint. Poi ripeto, mi metto nei panni di uno che sta al Corvetto, a Rogoredo o anche in corso Como: se il problema di Milano è che ci sono i fascisti in strada, abbiamo un problema a Palazzo Marino".
Il vicepremier ha anche toccato il tema del via libera al congelamento degli asset russi in Unione europea, affermando che il governo ha "fatto bene a mettere i puntini sulle i" perché l'Italia non è in guerra con Mosca. "Confiscare beni, soldi e negozi ha come controindicazione che i russi faranno altrettanto. Io ricordo che noi abbiamo 314 aziende italiane in Russia che fanno fatturato e che danno lavoro, quindi mi sembra che qualcuno a Bruxelles stia scherzando con il fuoco", ha dichiarato Salvini, per poi passare a parlare dell'inchiesta Mps-Mediobanca che gli sembra essere "basata sul nulla". Il ministro ha anche aggiunto che non teme ripercussioni sui titoli in borsa dell'istituto bancario.
Da ultimo, il capo della Lega ha anche commentato le questioni che vedono coinvolti gli Elkann, in particolare la vendita dei quotidiani del gruppo Gedi. "Siamo un Paese libero, quindi ognuno è libero di fare impresa e di comprare giornali, aziende, fabbriche, negozi e radio. Mi interessa sicuramente la tutela occupazionale però mi sembra surreale che adesso occorra decidere chi compra La Repubblica e La Stampa".
Poi, l'affondo finale per quanto riguarda la Juventus: "Sono milanista e non entro in casa altrui. Poi Elkann faccia quello che vuole. Quella famiglia di danni in Italia ne ha fatti tanti tanti, poi chiedetelo agli juventini...".