Il giorno dopo lo spoglio dell'Election Day in Veneto, Campiania e Puglia è tempo di bilanci complessivi definitivi al termine di questa ultima tornata delle Regionali in Italia del 2025. Detto ampiamente dei netti successi dei nuovi presidenti di giunta ottenuti rispettivamente da Alberto Stefani, Roberto Fico e Antonio Decaro (e quindi del fatto che i colori politici siano rimasti immutati, anche contando il precedente voto nelle Marche, in Calabria e in Toscana), andiamo a vedere nello specifico quali sono state le affermazioni dei vari candidati consiglieri "vip", tra successi personali e clamorosi flop che possono fare particolarmente rumore.
Rivoluzioni e porte girevoli in Campania
Partiamo dalla Campania. Gli occhi erano puntati sul ritorno di Gennario Sangiuliano, a un anno di distanza dalle sue dimissioni da ministro della Cultura. Ebbene: il giornalista Rai entra nel Consiglio regionale, classificandosi al secondo posto con 9.902 voti nella lista di Fratelli d'Italia. Il partito di Giorgia Meloni ottiene tre seggi nel Centro-Sud d'Italia, con Ira Fele, new entry, che si piazza in prima posizione con 14.788 voti. Terzo eletto è Raffaele Pisacane (9.731 voti). Flop totale invece per Maria Rosaria Boccia, protagonista della vicenda che nell'estate 2024 determinò l'addio al governo di Sangiuliano: l'imprenditrice finisce addirittura 16esima su 27 nella lista del sindaco di Terni, Stefano Bandecchi, con appena 89 voti. Bocciato in toto Pasquale Di Fenza, consigliere regionale uscente di Forza Italia, alla ribalta per il video nella sede del Consiglio regionale della Campania con il sottofondo dell'Inno di Mameli e la bandiera italiana sventolata con la tiktoker Rita De Crescenzo. Proprio quest'ultima lo aveva accompagnato in questa campagna elettorale in giro per Napoli girando dei video sui social insieme. Niente da fare neppure per il figlio di Luigi Cesaro, Armando, già in passato (dal 2015 al 2020) componente dell'Assise per Fi.
Non è andata bene a Daniela Di Maggio, la mamma di Giovanbattista Cutolo, ragazzo ucciso per futili motivi al centro di Napoli due estati fa: candidata come capolista a Napoli per la Lega, ha ottenuto 964 voti. Boom di voti per Pellegrino Mastella, figlio dell'ex ministro Clemente: la lista "Mastella Noi di Centro Noi Sud" è stata la più votata nella circoscrizione di Benevemto, ottenendo il 17,68%, e Mastella junior ottiene 13.841 voti. Un plebiscito se si considera che la lista ne ha avuti 17.701. L'altro consigliere regionale eletto nella zona sannita è Fernando Errico, il suo è un ritorno, con Forza Italia: 10.704 voti. E sempre a proposito di Fi, L'avvocato Giovanni Zannini, consigliere regionale uscente ed ex fedelissimo di Vincenzo De Luca, è stato rieletto nella circoscrizione di Caserta al Consiglio regionale della Campania con 31.932 con un notevole distacco dalla prima dei non eletti (Angela Parente, 10.191). Zannini aveva più volte affermato di non ritrovarsi più nello schieramento di centrosinistra ritenendo che c'è stata una virata a sinistra. e, alla vigilia del foto, aveva aderito al movimento azzurro insieme a numerosi amministratori locali dell'alto casertano.
Puglia, Avs non entra in Consiglio regionale
Nonostante le sue 9.698 preferenze complessive (6.624 a solo a Bari) Nichi Vendola non accederà in Consiglio regionale della Puglia. L'ex governatore e attuale presidente di Alleanza Verdi-Sinistra risulta così l'escluso eccellente di questa tornata elettorale. A determinarne l'esclusione, la percentuale raggiunta da Avs: di poco superiore al 4%, ma tuttavia insufficiente per fare conquistare un seggio al partito in base alla legge elettorale che calcola la percentuale sulla base dei voti del presidente e non della coalizione. La maggioranza di centrosinistra guidata da Antonio Decaro ottiene 29 seggi (più il presidente). A fare incetta di seggi è il Partito Democratico che ne conquista 14, mentre seconda forza della coalizione è la lista personale di Decaro presidente che ottiene sette seggi, quattro seggi con "Per la Puglia" e altrettanti con il Movimento 5 Stelle. L'opposizione potrà contare su 20 seggi, più quello del candidato presidente Luigi Lobuono. Saranno così ripartiti: 11 a Fratelli d'Italia, 5 a Forza Italia, 4 alla Lega.
Tanti esclusi eccellenti in Veneto
Il presidente uscente del Veneto Luca Zaia ha ottenuto 203.054 preferenze. Un risultato in scia a quello che ottenne un anno fa la premier Meloni (232.015), ma in un'elezione con dinamiche diverse visto che si votava per il Parlamento europeo. Zaia ha vinto in sei collegi su sette, facendo il pieno di preferenze nella Marca trevigiana di cui fu presidente della Provincia. Rimangono invece fuori i capigruppo della lista "Zaia Presidente", Alberto Villanova, e della Lega, Giuseppe Pan, nonché l'esponente democratica Vanessa Camani, insieme al presidente uscente del consiglio regionale Roberto Ciambetti e al vicepresidente Enoch Soranzo. Non ce la fanno nemmeno i meloniani Joe Formaggio e Sergio Berlato, così come gli azzurri Toni Da Re e Fabrizio Boron.
Tra le file della maggioranza, tuttavia, alcuni potranno essere ripescati: chi diventerà assessore, infatti, dovrà lasciare libero lo scranno di consigliere regionale e riaprire le porte a qualcuno che in questo momento è escluso.