
Dal nostro inviato a Marina di Pietrasanta (Lu). Agli “Incontri al Caffè” della Versiliana è il giorno del già direttore del Tg2 e ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, attualmente corrispondente da Parigi del Tg1. Intervistato dal direttore del “Giornale” Alessandro Sallusti sull’ultimo libro “Trump. La rivincita” (Mondadori, 358 pagine, 14.50 euro) non ha mancato di toccare alcuni dei temi più caldi dell’attualità politica inerenti il mondo della cultura ed in particolare del cinema di cui ben conosce i delicati equilibri. In un intervento su “Il Foglio” del 9 aprile 2024 aveva già parlato di «un fiume di denaro pubblico a cui non sempre ha corrisposto la qualità», lasciando intendere cosa si potesse annidare all’interno del MiC.
Un sistema poi esploso con il caso Kaufmann e le recenti dimissioni di Nicola Borrelli, direttore generale Cinema e Audiovisivo del MiC. Un meccanismo venuto a galla con la gestione del ministero da parte di Sangiuliano e che ha fatto dire recentemente al ministro Alessandro Giuli: «Cinecittà prima di noi era l’Urss». Le dimissioni dell’ex ministro sono il punto di partenza del colloquio con il direttore che mette in evidenza una «campagna mediatica quasi senza precedenti». L’ex direttore del Tg2 ci mette un po’ d’ironia: «Poiché sono un cultore di storia posso dire che mi è andata bene.
In altre epoche mi avrebbero tagliato la testa… un grande quotidiano ha fatto un giorno su di me tredici pagine, quanto ci sono stati fatti rilevanti di politica internazionale hanno fatto meno pagine». In quelle lunghe giornate, in quelle lunghe notti, confessa Sangiuliano a Sallusti «ho riempito le mie nottate lavorando alla biografia su Donald Trump». Ma è sul sistema cultura che torna il direttore chiedendo se da ministro voleva creare una nuova egemonia culturale e in che modo sta vivendo il nuovo scandalo sui finanziamenti al cinema.
Si potrebbe dire che tutto ciò è musica per l’ex ministro che attacca senza timore: «Nel primo caso io non volevo sostituire una egemonia di sinistra con una di segno opposto. Anzi, lavoravo per una cultura aperta e plurale. Nel secondo caso credo di aver toccato un santuario e che ciò ha generato contro di me un clima ostile. I finanziamenti al cinema erano arrivati a oltre settecento milioni di euro. Numeri inadeguati a quanto investito. Era un meccanismo impazzito dove c’erano film costati milioni che avevano poi fatto cento, duecento spettatori…Mi attaccarono dicendomi che volevo rifare l’Istituto Luce! No, volevo fermare un meccanismo perverso».
Conosciuto al grande pubblico anche come biografo, Gennaro Sangiuliano, tratteggia poi i tre leader (e suoi bestseller) che si spartiscono gran parte dello scenario globale: Trump, Putin e Xi Jinping. «Il presidente americano non è un conservatore tradizionale, esempio alla Ted Cruz, ma ha capito prima di altri che bisognava reagire alla decadenza della società occidentale. Putin è stato un fattore di stabilità per il suo paese, pensiamo a come lo ridusse Eltsin. Ma ha violato il diritto internazionale. Mentre Xi è il vero uomo potente di questo mondo gestendo un potere che nemmeno Mao aveva avuto; dal momento che governa uno Stato che primeggia nella manifatturiera e tecnologica. Ma soprattutto è portatore di un progetto espansionistico che ha una visione opposta a quella dell’Occidente liberale».
Infine, in una società in continua evoluzione e trasformazione la domanda che forse più alleggerisce l’animo dell’ex ministro. Il richiamo al “suo” mentore Giuseppe Prezzolini, e quindi al significato odierno di essere conservatori. «Il mio libro su Prezzolini mi è costato otto anni ma è anche vero che lui ha vissuto cento anni e attraversato tantissime latitudini».
«Sull’essere conservatori», precisa Sangiuliano, «se il progressista è la persona del domani, il conservatore è la persona del dopodomani, sa modernizzare salvaguardando l’origine di quello che si ha». Raggiunto alla fine ai microfoni del “Giornale.it” su una sua candidatura in Campania nega e si dice «lieto di stare a Parigi, dove lavoro tanto e faccio delle bellissime passeggiate».