Sbarco nel Tusciashire: i turisti inglesi scoprono la terra degli etruschi

Il "Guardian": "Meno affollata e più economica". Da Bolsena all'Arengario, meta di politici e artisti

Una scena del film "Twilight"
Una scena del film "Twilight"

«Ci sono tre modi di fare le cose: bene, male o alla maremmana», sorride il direttore dell'azienda agricola di Alberese alludendo al carattere roccioso della gente di questo lembo della Toscana meridionale. Nelle sue parole di «immigrato» in Maremma c'è più affetto che ironia. Viene da Imola e si è assunto lui il compito di conservare questo grande parco di 4.600 ettari di proprietà della Regione, che non è solo la più grande azienda agricola biologica d'Italia («una bella avventura per un agronomo»), ma anche l'ultima patria dei butteri, i cowboys maremmani: in quattro passano gran parte della giornata a cavallo per governare una mandria di vacche maremmane, razza salvata dall'estinzione e allevata qui allo stato brado, libere di scorrazzare come bufali nel Far West.
Sono paesaggi come questi che da qualche tempo hanno creato una nuova malìa italiana per i turisti inglesi: lande verdi e selvagge come la Cornovaglia, ma con un mare splendido e pescoso come può essere quello dell'Argentario e della laguna di Orbetello. È stato il Guardian quest'estate a mettere il timbro sul fenomeno e individuando nella Tuscia, la vasta area tra la bassa Toscana e l'alto Lazio che fu patria degli Etruschi, la nuova meta alternativa del turismo inglese «meno affollata di turisti e con prezzi più bassi» rispetto alle mete più famose della Toscana, da Siena a Firenze. Nella parte più settentrionale della Tuscia, Volterra, antica città etrusca, è diventata meta dei fan della saga di «Twilight», in parte girata nelle stradine di questo incantevole borgo. All'estremo sud, Viterbo ha ricevuto il viatico della più famosa delle guide anglosassoni, la Lonely Planet, che ha definito il capoluogo «la cittadina medioevale meglio conservata del Lazio». Nei pressi c'è anche il Lago di Bolsena, il più grande di origine vulcanica, balneabile e poco affollato e Civita di Bagnoregio, il «borgo che muore»: un paesino aggrappato in cima a una rocca di tufo che si va consumando, raggiungibile solo a piedi percorrendo un lungo ponte. Ormai ci vivono solo 11 persone, meno dei gatti che vi regnano incontrastati. Tra Roma e Viterbo hanno casa molti registi e a Montefiascone l'Est Film Festival è un evento frequentato da giovani cineasti emergenti.
In provincia di Grosseto puntano forte sul nuovo insperato appeal in un'estate avara di soddisfazioni per il turismo in Italia. E sbandierano le bandiere blu del mare da Castiglion della Pescaia alle selvagge spiagge lungo il promontorio dell'Argentario. «Siamo da sempre meta di vacanza per i romani, finalmente ci scoprono anche gli stranieri, gli inglesi ma anche molti russi», dicono soddisfatti dalla cooperativa Pescatori di Orbetello, che oltre a gestire un rinomato ristorante organizzano tour nella laguna, meta tradizionale anche dell'establishment politico romano, vedi le avventure estive di Gianfranco Fini e la piccola «Atene» di Capalbio, buen retiro preferito del la sinistra radical chic della capitale. Qui infatti i prezzi delle case volano già tranquillamente ai 5.000 euro al metro quadro. Ma spostandosi nell'interno ci sono perle ancora tutte da scoprire. Come Pitigliano, altro borgo tufaceo con una storia antica e sorprendente. Qui ad esempio c'era una colonia ebrea a cui il signore del luogo, il Conte Orsini, a differenze di altre città toscane, concesse grande libertà. Sono rimasti solo tre membri di quella comunità, ma conservano la memoria con un museo e la sinagoga. Il sottosuolo del paese è pieno di cantine scavate nel tufo, tutte collegate da una rete di cunicoli. E nei dintorni i turisti amano percorrere gli scenari unici delle vie cave, misteriose gole scavate nel tufo dagli etruschi, forse come vie di comunicazione.


L'etichetta è già pronta: Tusciashire, sulla scia di località come il Chianti baciate dall' intuito per le mete da scoprire dei turisti inglesi. Qui siamo ancora all'inizio. Chissà che stavolta noi viaggiatori italiani, così distratti da una superficiale esterofilia, non si riesca ad anticiparli.

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