Gianluigi Nuzzi
da Milano
Svolta nellinchiesta che da aprile la procura di Roma conduce per aggiotaggio informativo e ostacolo allattività di vigilanza della Consob sulla scalata Unipol a Bnl. Due settimane fa, ma la notizia è filtrata solo ora, il sostituto procuratore Perla Lori e il procuratore aggiunto Achille Toro hanno iscritto nel registro degli indagati alcuni alti dirigenti della compagnia assicurativa di Bologna. I nomi dei manager sono top secret.
Alcune fonti de Il Giornale indicano in Giovanni Consorte, amministratore delegato di Unipol, il manager che sarebbe di recente indagato. «Una scelta inevitabile - afferma un inquirente - a tutela delle stesse persone sotto inchiesta». Ma Toro, contattato in serata, smentisce formalmente e puntualizza: «Lattività istruttoria - afferma - è segreta e quindi come nel caso Fazio, smentisco qualsiasi nome che viene o verrà indicato dai giornali».
La scelta di formalizzare delle accuse nel registro degli indagati si desume da una nota informativa che solo qualche giorno fa il procuratore capo di Roma Giovanni Ferrara ha girato al procuratore generale Salvatore Vecchione affinchè, a sua volta, la inoltrasse al Consiglio superiore della magistratura. È stato infatti il Csm a chiedere notizie sullindagine Bnl/Unipol e, più precisamente, sul ruolo avuto dallattuale capo del Tribunale di Sorveglianza di Milano, il giudice Francesco Castellano. Questultimo era stato intercettato in estate mentre conversava con Consorte. Alla prima commissione del Csm, relatore Francesco Menditto, è pendente unistruttoria aperta per incompatibilità ambientale o funzionale a carico di Castellano. Da qui la richiesta di notizie e la raccolta degli elementi per poi chiedere al plenum il trasferimento del magistrato o larchiviazione della pratica. Così nellappunto firmato da Ferrara si capisce che il procedimento finora conosciuto contro ignoti sul fronte Unipol, assume il rilievo dellinchiesta contro persone note.
Ma la svolta giudiziaria si fonda sullanalisi dei comunicati stampa emessi da Unipol nei mesi caldi della scalata. Due i mesi cruciali: quelli compresi tra il 21 maggio, quando Unipol deteneva appena l1,97 per cento di Bnl, e il 18 luglio, quando il gruppo assicurativo imboccava la strada dellOpa obbligatoria. Gli inquirenti ritengono che via siano evidenti contraddzioni tra quanto comunicato al mercato e i reali obiettivi del gruppo. Che sarebbero stati, almeno in parte, celati o mistificati. Unipol fin dallinizio, almeno secondo lipotesi investigativa, aveva come obiettivo il controllo di Bnl e agiva di conseguenza. Con tempi che di fatto si possono sovrapporre allofferta ufficiale del Bbva.
Lattenzione degli inquirenti si è in particolare concentrata sullinformazione diffusa da Unipol secondo la quale gli interessi manifestati per il titolo Bnl andavano inquadrati in unazione di tutela dellinvestimento in Bnl Vita Spa. Secondo gli investigatori non è chiaro come per difendere una relativamente modesta partecipazione, Unipol ritenesse necessario, indispensabile, acquisire la società capogruppo, ovvero Bnl, con un impegno finanziario senza precedenti.
Oltre alle comunicazioni ufficiali, peseranno anche gli accertamenti che vengono compiuti sulle possibili compravendite di azioni Bnl, non ufficializzate al mercato. Il sospetto infatti è che ci possano esser stati passaggi rilevanti non segnalati alle autorità di vigilanza.
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