Politica

Schettino in tribunale Ma per contestare il suo licenziamento

Trecentocinquantacinque giorni dopo la tragedia della Costa Concordia, l'ex comandante Francesco Schettino è apparso ieri in un'aula di Tribunale, non per rendere conto dei suoi comportamenti nelle ore del dramma davanti all'isola del Giglio ma per discutere davanti al giudice del lavoro sul licenziamento deciso dalla Costa, in base alle norme stabilite dalla cosiddetta Legge Fornero.
Il bel capitano è arrivato in aula (proveniente dalla sua altrettanto bella casa di Meta di Sorrento, a picco sul mare della costiera) alle 8,30. Lontani giornalisti, fotografi e operatori, l'udienza si è svolta a porte chiuse. Un'ora di discussione, definita dal giudice Emanuele Rocco «corposa». Il giudice del lavoro ha poi sostenuto che sarà difficile, in una vicenda, complessa come questa, arrivare a risolvere la questione con una sorta di «rito sommario», come prevede la nuova legge, sulla base solo di sommari documenti. Autodefinitosi «eroe» per avere salvato oltre quattromila persone, mentre 32 sono morte in modo atroce la notte del 13 gennaio dello scorso anno, Schettino all'uscita dal Tribunale non ha pronunciato una sola parola.

È entrato in auto con il suo avvocato, ed è fuggito via.

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