RomaIl primo weekend di agosto rischia di essere veramente infuocato. Non solo per i milioni di veicoli che transiteranno sulle autostrade italiane, ma perché l'esodo potrebbe essere accompagnato dallo sciopero dei benzinai, che minacciano di incrociare le braccia da venerdì 3 a domenica 5 agosto.
L'annuncio è stato dato ieri dalle organizzazioni di categoria dei Gestori, Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc-Anisa Confcommercio, che puntano il dito contro il comportamento dell'industria petrolifera, chiedendo l'intervento del Governo. Sull'annunciata astensione, però, il Presidente dell'Autorità di garanzia sugli scioperi, Roberto Alesse, ha già posto il veto, ricordando che il 3 agosto rientra nel periodo di franchigia.
Nel braccio di ferro, rischiano di avere la peggio gli italiani e, in particolare, il popolo dei vacanzieri costretto da una parte a fare i conti con il traffico e dall'altra alla caccia al tesoro forzata per reperire il carburante.
Lo sciopero, del resto, è solo una delle iniziative decise dai benzinai per protestare contro la crisi del settore. Si parte lunedì 23 luglio, con la sospensione degli accordi collettivi per la parte riguardante il prezzo massimo di rivendita sui carburanti. Da lunedì 30 luglio a domenica 5 agosto, invece, nei distributori non si potrà pagare il rifornimento con carte di credito, pago bancomat e carte bancarie. E la protesta dovrebbe avere il picco con la chiusura nel primo weekend d'agosto di tutti gli impianti di rifornimento, self service compresi, sia su rete ordinaria che autostradale. È il sistema con cui i sindacati vogliono contrastare il comportamento adottato dall'industria petrolifera, che pesa su 20.000 piccole imprese di gestione che occupano 120.000 persone.
«L'intenzione dei petrolieri è chiara - denunciano i rappresentanti di Faib, Fegica e Figisc/Anisa - approfittare della confusione politica e della crisi per regolare i conti con un'intera categoria e scaricare sulla collettività il costo sociale di altri 120.000 disoccupati. Tutto questo con la responsabilità diretta e colpevole del Governo che, nonostante 14 sollecitazioni formali, si è sottratto a ogni confronto». Un altro problema da affrontare, secondo i gestori, sta nella discriminazione delle pompe di benzina situate sulle autostrade, discriminate nei prezzi e impossibilitate anche ad applicare sconti. «Questo sistema - dicono gli interessati - finirà per condannare molte imprese. Il Governo deve intervenire e le nostre iniziative mirano a questo».
Ma la serrata, dopo l'aut aut del Garante, appare improbabile. «Ricordo che la Regolamentazione vigente nel settore non consente i tre giorni di sciopero annunciati, dal momento che il 3 agosto rientra nei periodi di franchigia - ricorda Alesse. Colgo l'occasione per rivolgere un appello affinché nelle due giornate di sciopero, ove confermate, siano garantite le prestazioni indispensabili e si valuti, l'opportunità di escludere dal fermo le zone colpite dal sisma in Emilia, ove vige lo stato di emergenza». In campo è sceso anche il Codacons: «Denunceremo alla Procura e alla Commissione di garanzia quei gestori che, nonostante il richiamo del Garante, aderiranno alla serrata». E in serata arriva una schiarita.
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