Roma - L’ordinanza del giudice di Verona è un errore che oltretutto vanifica l’impegno delle forze dell’ordine». Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, non ha dubbi: il gip che ha ordinato la scarcerazione dei rom, accusati di costringere con la violenza i propri figli a rubare, ha preso la decisione sbagliata. «Io sono e resto convinto della validità dell’impianto accusatorio - insiste il titolare del Viminale -. Il giudice può legittimamente decidere ma credo che rimettere in libertà questi individui sia stato un errore». Il ministro dunque si dice «rammaricato che lo sforzo delle forze dell’ordine contro un delitto odioso come lo sfruttamento di minori sia stato vanificato dall’ordinanza del giudice». Maroni entra anche nel merito della decisione del gip, bocciandola nel suo complesso. «Mi sembra assurdo che, come sostiene il giudice, non vi sia pericolo di fuga per persone che sono state arrestate mentre tentavano appunto di fuggire - insiste il ministro -. Noi comunque vigileremo sugli indagati messi in libertà per vanificare il pericolo di fuga: ma di più non possiamo fare, siamo nelle mani della giustizia».
Di fronte all’assemblea di Montecitorio, durante il question time poi il ministro Maroni torna a difendere il provvedimento sulla sicurezza e soprattutto gli interventi tesi a risolvere l’emergenza rom. Iniziative che hanno scatenato contro il governo una bufera di polemiche di fronte alle quali il ministro non cede di un passo.
L’iniziativa più controversa riguarda il rilevamento delle impronte digitali anche per i minori. Maroni respinge ancora una volta le accuse di razzismo e torna a spiegare che l’ordinanza nasce per compiere un censimento e non una schedatura. Nello stesso provvedimento poi verranno inseriti interventi per garantire la scolarizzazione dei piccoli nomadi che saranno presi di comune accordo con il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini. Insomma l’identificazione dei minori servirà poi a inserirli nel percorso dell’istruzione obbligatoria.
Nel provvedimento del governo, insiste Maroni, «non c’è alcuna violazione delle norme europee e delle carte dei diritti dei minori». Si vuole invece soltanto far fronte alla «necessità di procedere all’identificazione di chi vive negli oltre 700 campi nomadi abusivi esistenti in Italia, per dare un’identità, e cioè un diritto fondamentale, soprattutto ai minori». Il ministro punta il dito contro alcuni «interventi giornalistici molto offensivi nei confronti del sottoscritto», ricordando che «in molti campi abusivi ci sono condizioni sub-umane in cui i bambini sono costretti a vivere con i topi». Nel provvedimento si prevedono «interventi idonei a ripristinare i livelli minimi delle prestazioni sociali e sanitarie».
Accanto a questi anche misure «finalizzate a favorire l’inserimento e l’integrazione sociale con progetti per i minori, monitoraggio delle iniziative poste in essere nei campi autorizzati che favoriscano la scolarizzazione e l’avviamento professionale».Il governo conta di chiudere il censimento dei campi, minori compresi, entro il 15 ottobre. Chi ha diritto di rimanere resterà gli altri, assicura Maroni «verranno rimpatriati entro la prima metà del prossimo anno».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.