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Scontri di Bologna: tutte le bugie di Lepore

Secondo il sindaco la maggior parte dei violenti arrivavano dall'esterno ma la Questura di Bologna lo ha smentito: ecco quanti erano davvero

Scontri di Bologna: tutte le bugie di Lepore
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A Bologna è accaduto quel che era stato preannunciato e le conseguenze non sono state ben più pesanti solo grazie alla professionalità delle forze dell'ordine che hanno arginato la violenza delle solite frange antagoniste. Erano 5mila all'inizio del corteo, poi si sono ridotti ma sono rimasti una compagine importante benché abbiano utilizzato strategie para-militari per disperdere le forze degli agenti. Si sono divisi e hanno cercato l'attacco da più punti alla zona rossa, fallendo qualsiasi assalto al PalaDozza dove Virtus e Maccabi stavano disputando la partita di Eurolega. Il sindaco avrebbe voluto spostare l'incontro a Casalecchio di Reno, magari anche in un altro giorno, cedendo alle minacce dei soliti violenti. Erano infatti caduti nel vuoto i suoi appelli alla tranquillità ma non poteva aspettarsi altro il sindaco di Bologna, che dovrebbe conoscere bene i movimenti antagonisti della sua città. Per questo motivo aveva cercato di ripiegare, chiedendo lo spostamento dell'incontro ma trovando l'opposizione del ministero dell'Interno: i violenti non devono dettare l'agenda.

Nel giorno dopo gli scontri, da parte del sindaco c'è stato un ulteriore tentativo di tenere buono l'universo che gravita attorno a centri sociali e anarchici, provando a scaricare le responsabilità su fantomatiche masse di violenti che sono arrivate da fuori, perché secondo lui quanto visto è opera di un "80% che veniva da fuori città". Che non siano numeri reali quelli forniti da Lepore lo si evince dalla relazione della questura che, come ha reso noto il deputato e vicecapogruppo vicario della Lega, Igor Iezzi, rende nota la presenza di "5mila manifestanti", di cui "solo 100 sono arrivati da altre città". Proporzioni ben diverse rispetto a quelle enunciate dal sindaco di Bologna, che pur condannando le violenze non ha mancato di attaccare il Viminale. "Tra i manifestanti c’erano molti affiliati ai centri sociali bolognesi che beneficiano di locali concessi in comodato dal Comune guidato da Lepore. Ora si capisce il nervosismo del Sindaco che non ha trovato di meglio che alzare un polverone di polemiche per coprire le connivenze che caratterizzano la sua permanenza a Palazzo d'Accursio", il ragionamento di Iezzi.

Sembra che, ancora una volta, la sinistra istituzionale cerchi di costruire un cappello di protezione attorno ai violenti e ai centri sociali.

Lepore non è il primo che è mosso da questi atteggiamenti, ci sono altri suoi colleghi che ben si guardano dal puntare il dito contro questi movimenti e la ragione, il più delle volte, è di stampo elettorale: rappresentano un bacino di voti ai quali gli esponenti della sinistra istituzionale non possono rinunciare. Tuttavia, sostenere che quanto accaduto ieri fosse opera di movimenti esterni rappresenta una distorsione della realtà che non può essere condivisa.

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