Due scuole su cinque, in Italia, cascano a pezzi. Che la situazione dell'istruzione italiana non fosse delle migliori si sapeva, ma a quanto pare tutto è più drammatico di quello che ci si aspettava.
A cavallo fra settembre e ottobre del 2012, quando ancora il ministro era Francesco Profumo, il Miur pubblicò alcuni dati sull'istruzione italiana. I numeri delle scuole italiane non mentono: il 4% sono state costruite prima del 1900, il 44% - la maggior parte - fra il 1961 e il 1980; il 33% di loro non possiede un impianto idrico conforme o non lo possiede affatto, mentre solo il 17,7% ha un certificato di sicurezza antincendio. Quattro scuole su dieci sono in pericolo di sismicità, mentre si suppone che meno della metà siano antisismiche.
Un elaborato del 2013 di CittadinazAttiva ha notificato che almeno una scuola su sette ha danni strutturali visibili, sulla facciata, sui muri o nelle palestre, mentre il 20% presentano sfaldamenti dell'intonaco nelle classi, muffe, infiltrazioni in un terzo dei bagni esaminati -31%- e in almeno una palestra su quattro. Il 28% delle scuole italiane ha le finestre rotte, mentre più della metà si presenta senza serrande o tende. I danni ai materiali scolastici restano più o meno contenuti, con il 10% dei banchi e delle sedie rotte. Più della metà delle scuole non possiede il certificato di agibilità statica, e oltre 6 su 10 non hanno quello di agibilità igienico sanitaria.
Il decorso della scuola pubblica è risultato evidente in questi anni: con continui tagli di fondi, con professori sottopagati, con decreti di legge che dimezzano i fondi statali, con scuole pubbliche che ricevono finanziamenti di 6 euro dallo Stato i giovani escono sempre meno preparati dalle scuole, trovando non poche difficoltà nel mondo del lavoro.
Il leader del Pd Matteo Renzi ha stamattina lanciato la stoccata con cui richiede al governo Letta che 5 dei 6 miliardi recuperati dai fondi europei vengano impiegati per risanare l'istruzione pubblica.
Il segretario del PD spera con questa mossa di aiutare le scuole italiane a ritornare ai fasti del passato, dando atto al Miur di cercare da circa vent'anni di stabilire una mappatura completa del problema, che alla fine non è mai stato seriamente preso in considerazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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