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"È come se ci fosse il muro di Berlino". Ancora una gaffe per Schlein al Pride

Inciampo storico per Schlein al Pride di Milano, che definisce parte sbagliata il blocco orientale oltre il muro di Berlino, al quale la sua parte politica è storicamente legata

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Elly Schlein è salita sul palco del Pride di Milano alla sua tappa conclusiva, l'arco della Pace e come da copione ha sciorinato le solite frasi fatte, gli adagi populisti e le affermazioni a effetto che tanti, anche nel suo stesso partito, criticano da tempo. Schlein è incapace di parlare a braccio, ha sempre il suo discorso imbastito e ben scritto da chi le regge i fili. Ma talvolta si va a infilare in paragoni ostici, per non dire deleteri, che oltre a far perdere credibilità alla sua figura politica danneggiano il partito e le cause a fianco alle quali si schiera. Perché parlare di "muro di Berlino", con tutto quello che ha significato e le morti che ha portato, in relazione ai diritti della comunità Lgbtq italiana, è non solo ridicolo, ma anche poco serio. Ma c'è anche di più.

"In Italia, per quanto riguarda i diritti, è come se ci fosse ancora il muro di Berlino, ma stiamo dalla parte sbagliata, quella dei Paesi più retrogradi", ha affermato Schlein. Al di là del paragone già esposto, inadatto e inconsulto, i "Paesi più retrogradi", come li chiama lei, erano quelli del blocco orientale, detto anche sovietico o socialista. Comunismo contro capitalismo, e quei Paesi erano schierati della parte rossa dello scacchiere, che oggi Schlein definisce "parte sbagliata". Con gli esempi e con le associazioni, Schlein (o chi per lei) non ha troppa fortuna e cognizione di recente. Al di là del paragone sbagliato sotto ogni punto di vista, il segretario del Partito democratico ha ritritato il solito discorso, l'adagio del "Paese in cui siamo libere e liberi di amare chi ci pare, diciamolo con forza alla destra che governa".

Chi ha un minimo, ma proprio poca, cognizione di causa dell'attuale situazione giuridica e legislativa in Italia è normale che si chieda in quale Paese viva Schlein, visto che in Italia non esistono per legge discriminazioni basate sul sentimento verso il prossimo e chiunque può amare chiunque. E dove, purtroppo, come in qualunque altro Paese d'Europa e del mondo, le discriminazioni ignoranti non si sradicano per decreto ma con la cultura, quella che i governi tanto vicini alla comunità Lgbtq degli ultimi 10 anni non sono stati in grado di trasmettere.

E tanto per concludere, per mettere il cappello al Pride che qualcuno ancora cerca di far passare come una manifestazione apolitica, Schlein ha dichiarato dal palco di Milano: "Il Pd c'è ed è qui per avere quel coraggio insieme a tutti e tutte voi, siamo al vostro fianco".

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