Roma - In genere c’è Moni Ovadia.Volente o solo evocato, sono anni che lui (anche lui) c’è in ogni possibile lista civica progressista della società civile che va a teatro e legge Repubblica e vuole salvare l’Italia. Erano i girotondini, erano il Popolo viola, erano «se non ora quando», ora sono una possibile lista civica Saviano, auspicata da un’altra anima bella di quell’area politica ( quel che resta del veltronismo più casa a Capalbio e Cinema Sacher), Concita De Gregorio,passata da Repubblica all’ Unità e poi ancora Repubblica ,sponsor dell’operazione.
I nomi (dei movimenti) cambiano, i nomi (delle persone che ci vanno) restano, più o meno gli stessi. Dieci anni fa c’era Nanni Moretti che a Piazza Navona umiliava i capi dei Ds con quel famoso «con questi dirigenti (tutti dietro le sue spalle, ndr ) non vinceremo mai!», e raccontarlo per Repubblica c’era proprio la De Gregorio, inviata speciale nel movimentismo della borghesia intellettuale romana. Uno «schiaffo ai riti della politica» scrisse il giorno dopo il vicedirettore di Repubblica : «Moretti ha urlato quello che quasi tutti gli italiani che hanno votato per l’Ulivo pensano».
E sullo stesso giornale applaudiva Moretti («Bravo Nanni, bella scossa») Fabio Fazio, attuale compagno tv di Saviano, titolare della possibile lista. Il quotidiano di Scalfari («senza la lista Saviano la sinistra perderà le elezioni») in dieci anni di girotondismo ha sempre funzionato da potente sponsor (l’editore De Benedetti non ha mai nascosto il suo giudizio sui leader dell’attuale Pd, pessimo). L’anelito però non si trasforma mai in movimento politico concreto, si limita a riemergere con altri nomi. La cronaca si ripete. «Vogliamo passare dalla protesta diffusa alla proposta, perché il disagio è profondissimo tra la gente» spiegava Oliviero Beha dal palco in Piazza Farnese, lanciando la lista civica nazionale dei girotondini. Era il 2007, cinque anni ma il senso è rimasto uguale. Spesso anche le persone. Tra i nomi che si fanno per la lista Saviano c’è Moni Ovadia, presenza fissa ai No Cav Day e girotondi dei primi anni Duemila. Ci sarebbe anche Pancho Pardi se non avesse trovato casa già nell’Idv.
Altro candidabile è Dario Fo, già girotondino con la moglie Franca Rame, già Popolo viola e parecchio indignados , premio Nobel che ospite da Fazio aveva proposto il Nobel per Saviano, sarebbe perfetto per quella lista. Anche Camilleri, lo scrittore, siciliano valido anche per l’area «camorra-mafia», che sarebbe un know how specifico della lista Saviano (senza la quale «la sinistra perderà le elezioni», dice Scalfari). Molti degli stessi, a partire da Concita, che hanno organizzato il corteo anti bunga bunga «Se non ora quando», e che l’anno scorso al Palasharp chiedevano le dimissioni dell’allora premier Berlusconi.
Chi c’era a quell’evento,pensato da«Libertà e giustizia »,associazione che vede l’editore di Repubblica De Benedetti tra i massimi rappresentanti? Sempre la stessa società civile- culturale: ancora la De Gregorio, ancora e sempre Moni Ovadia, ancora Umberto Eco, e soprattutto
ancora Roberto Saviano, ospite d’onore. Un girotondo di nomi che da un decennio girano attorno alla stessa idea. I sondaggi però non sono incoraggianti. Se scendesse in campo domattina, la lista Saviano prenderebbe il 5%.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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