«Se vince il centrodestra via l'Irap in Lombardia»

Milano«Se vinceremo la Regione, oltre a non lasciare la Lombardia in mano alla sinistra, la faremo diventare una no tax area». Anche Mario Mantovani ha una proposta choc per lanciare l'ultima fase della campagna elettorale del Pdl.
Senatore Mantovani, le diranno che vende sogni.
«E poi 350mila nuovi posti di lavoro per i giovani in tre anni».
Sogni in cambio di voti.
«Niente sogni, abbiamo fatto uno studio serissimo basato sui dati Istat e della Camera di commercio di Milano».
Cos'è questa no tax area?
«In accordo con lo Stato, faremo una moratoria di tre anni per sospendere l'Irap».
La tassa regionale sulle attività produttive.
«Tolta alle nuove imprese, a quelle che assumeranno i giovani e alle nuove attività».
E poi?
«A tutto il mondo del no-profit e al terzo settore che si occupano delle fasce deboli. E poi alle imprese con impatto ambientale zero e a quelle turistiche, fondamentali per valorizzare le bellezze del territorio».
A qualcun altro?
«Alle botteghe e ai negozi storici, alle aziende agricole e ai micro produttori locali».
La domanda è facile, dove troverete i soldi?
«Non servono soldi perché non togliamo delle entrate, ma semplicemente rinunciamo a riscuotere altre tasse sulla produzione di nuovo valore».
E i 350mila posti di lavoro?
«Grazie alla minor pressione fiscale, sono 115mila per giovani under 30 ogni anno».
E per le altre imprese?
«Servono soldi dal bilancio, ma ci impegniamo a trovare risorse per alleggerire questa insostenibile pressione fiscale».
Ma è tutto così semplice?
«Noi chiediamo nuovo valore, non vogliamo più tasse. E, infatti, in futuro vorremmo ritoccare anche l'Irpef che si aggiunge alle tassazioni statali e comunali che sono un vero cappio per aziende e famiglie».
Maroni è d'accordo?
«Questo è stato uno dei paletti messi dal Pdl per firmare l'alleanza. Perché il nostro, a differenza della sinistra, è un patto firmato sui programmi e non sulle convenienze elettorali».
In cambio la Lega vuole il 75 per cento delle tasse al Nord.
«La naturale conseguenza del processo federalista che il governo Berlusconi ha avviato e che Monti ha bloccato. Statalizzando quello che noi avevamo regionalizzato».
Una secessione fiscale che prelude a quella politica?
«Il 25 per cento rimane a disposizione dei territori che ne hanno bisogno. E quale Regione rinuncerebbe al 75 per cento a parte la Sicilia che già trattiene il 100 per cento delle tasse?».
Cosa farete con quei soldi?
«Rilancio delle imprese, sanità, più sostegno alle famiglie e alle persone in difficoltà. L'autonomia regionale deve cominciare dagli aspetti fiscali».
Cosa le chiedono quest'anno in campagna elettorale?
«Ho rinunciato a cene e aperitivi, ma ogni sera incontro trenta imprenditori per un caffè: il primo problema è la tassazione, il secondo la burocrazia».
Farete qualcosa?
«Moratoria di tre anni da tutti gli adempimenti amministrativi e burocratici per le imprese, fatta eccezione per i diritti della persona e dell'ambiente».
Si può quantificare?
«Solo in Lombardia un risparmio di 500 milioni di euro».
Altro?
«Una previdenza complementare integrativa. Il trattamento di fine rapporto invece che all'Inps, venga versato in un fondo regionale garantito da Regione Lombardia che si potrebbe usare per le nostre imprese. E poi una grande lotta all'evasione fiscale».


I sondaggi come sono?
«Il Pdl è in grande ripresa, la sinistra con le primarie aveva toccato l'apice e noi stiamo recuperando i voti degli indecisi».
Come li recuperate?
«Spiegando che la Lombardia con il centrodestra è diventata uno dei motori d'Europa, non possiamo consegnarla a una sinistra che ne farebbe soltanto una ruota di scorta».

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