Sembra pelliccia ma è seta l'idea di una stilista armena

Sembra pelliccia ma è seta l'idea di una stilista armena

Si è conclusa ieri la fashion week milanese con una carrellata sulle proposte delle future promesse e una coda di polemiche. Per quanto riguarda le sfilate dei giovani, c'è da dire che in generale non ci sono state idee degne di nota né tantomeno proposte irresistibili. Siamo, insomma, nel mare magnum del carinismo.
Per dovere di cronaca dobbiamo dire che la seconda prova milanese della stilista di origini armene, Veronica Basharatyan, si farà ricordare per la presenza in passerella di una top come Carmen Kass, una serie di abiti realizzati con una particolare lavorazione dello chiffon con tanti piccoli fiocchi che trasformano il lungo spolverino blu in una pelliccia estiva, vestiti e top in seta tricot tata. Il russo Sergei Grinko, che produce tutto in Italia, ha fatto sfilare abiti di vaga ispirazione spaziale in colorini pastello che piacerebbero alla regina Elisabetta.
Dei quattro giovani proposti nella collettiva Nude, New Upcoming Designer, degna di nota ci è sembrata la griffe Moi Multiple di Anna Ceccon che ha proposto un'immagine molto godibile fra tailleur pantaloni ben fatti e tubini anche in Alcantara intagliato al laser. Ognuno va per la sua strada anche se, sul cammino delle tendenze della prossima primavera-estate, ci sono direzioni precise: il cortissimo e il lunghissimo, gli anni Sessanta e i Settanta, le righe e i segni grafici, l'arte astratta e le culture orientali, un tocco di esotismo africano mixato con piccoli disegni geometrici, il bianco e il nero come colori passe-partout e poi una serie di nuance delicate come il pesca, il menta, l'acqua intervallate da toni più densi di rosso fragola, giallo becco d'oca, blu Klein. Quindi, non si rischia di arrivare nudi alla meta perché la varietà di proposte è enorme. Per esempio le viaggiatrici bohemienne di Francesco Scognamiglio troveranno nella dialettica fra il lunghissimo dei vestiti colonial chic e la brevità di shorts e abitini, un punto di convergenza sottolineato da accostamenti insoliti di materiali in bianco, nero e argento. Un viaggio speciale ispira anche Stella Jean che pone fra ironia e bon-ton il senso di un nuovo melting pot. La stilista di origini italo-haitiane riesce a fondere con garbo le evocazioni di tante culture distillandole in una serie di outfit molto garbati. Le patite di sofisticate citazioni artistiche - la Minimal Art di Malevic e l'arte astratta di Scot Heywood - troveranno nei modelli della collezione Mantù disegnata da Gigi Vezzola, una moda di forte impatto e di sicura eleganza. Fra i grandi temi esplorati dagli stilisti non possiamo dimenticare madre natura ispiratrice di stampe e colori. Silvio Betterelli per esempio cattura elementi vegetali, fossili, corpi marini e li mescola in un insieme armonico, tra linee e grafiche di maschere ancestrali. Particolare il processo per ottenere le varianti cromatiche delle stampe: sovrapposizione di strati di colore con l'utilizzo di luci a led. Degni di nota anche i gioielli esclusivi di Antonella Piacenti realizzati con perfezione orafa e utilizzo di resine che intrappolano suggestioni di viaggio ed elementi naturali. Ognuno racconta una storia affascinante anche se le polemiche che puntuali avvelenano il mondo della moda rischiano di trasformare il sogno in un brusco risveglio.
Ieri, a margine della conferenza stampa di chiusura della fashion week, il vice-presidente della Camera Nazionale della Moda, nonché patron del marchio John Richmond, Saverio Moschillo, si è scagliato contro Diego Della Valle e l'assessore Stefano Boeri.

Il primo perchè reo di aver fatto sfilare fuori calendario la collezione del suo marchio Fay in contemporanea con Richmond, il secondo per aver concesso il Palazzo delle Scintille, una struttura della vecchia Fiera a Pitti Immagine e Fiera Milano per organizzare un nuovo salone. In passato era stata promessa alla Camera Nazionale della Moda.

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