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Senatori a vita. E anti Cav

Abbado definì "creduloni" gli italiani che votarono Berlusconi. Per Piano è un "esempio terribile". E non solo

Senatori a vita. E anti Cav

Giorgio Napolitano si è detto sicuro che lavoreranno “in assoluta indipendenza da ogni condizionamento politico di parte”, ma i nuovi quattro senatori a vita, al netto degli incontestabili meriti professionali, non sembrano proprio super partes. Almeno stando a quanto hanno dichiarato in tempi non sospetti nei confronti di Silvio Berlusconi.

Prendiamo per esempio Claudio Abbado? Nel 2001, sul quotidiano francese Le Figaro, criticò gli italiani definendoli dei “cretini” (per non dire altro) all'indomani della vittoria elettorale di Berlusconi: "Se volessi essere gentile, direi che gli italiani sono dei 'creduloni'. Ma si possono trovare almeno altre due parole, meno benevoli, che incominciano e finiscono con le stesse lettere''. E non finisce qui. Nel 2003, a Tokyo, Abbado accusò Berlusconi di essere un monopolista: “È compatibile che nella parte più antica e nel cuore culturale del continente europeo ci sia un uomo che controlla l'80 per cento dei mezzi di informazione e che per di più quest'uomo sia il primo ministro?" .

Non è stato da meno Renzo Piano. “Berlusconi è un esempio terribile per il nostro Paese. L'Italia non è una nazione egoista ma lui ha dato ossigeno alle parti peggiori della società. Non c'entra la destra o la sinistra, è una questione morale. Qualcosa che va oltre le sue donne, la corruzione e l'egoismo”, ha detto l'architetto Piano in una intervista pubblicata sul Time magazine nel 2011. Un anno prima, in una intervista concessa ad Aldo Cazzullo, Piano aveva inoltre espresso non poche simpatie per Grillo: “È un caro amico, ci litigo spesso, ma sulla forma perché le sue battaglie civiche sono quasi sempre giuste”. La sinistra? “Mi fa soffrire. Ce l'ho nell’anima".

E che dire poi di Carlo Rubbia? Il premio Nobel per la Fisica ha più volte criticato il leader del Pdl. Nel 2008, una volta insediato il governo Berlusconi, criticò l'assenza di un ministero per la Ricerca. E a chi gli chiedeva un'opinione sul nuovo esecutivo diceva: “Lo vedremo in atto”. Nel 2005 – all'epoca era presidente dell'Enea (l'ente per le nuove tecnologie, l'energia e l'ambiente) – scrisse una lettera aperta su Repubblica in cui bacchettava il governo Berlusconi “per l'umiliazione che la ricerca in Italia sta subendo”.

Infine c'è la ricercatrice Elena Cattaneo, che si è opposta strenuamente al divieto di utilizzo delle cellule staminali embrionali previsto dalla legge 40, tanto da (come ha scritto Nando Dalla Chiesa) far causa a Berlusconi insieme con due sue colleghe. Inoltre, c'era la sua firma nel manifesto degli intellettuali che sostenevano Pier Luigi Bersani nella competizione delle primarie: "L'Italia sia governata da un politico competente e legittimato dal consenso popolare come Bersani", recitava l'inizio dell'appello. Intervistata da Europa, che le ha chiesto del suo orientamento politico, la Cattaneo ha spiegato: "In realtà non vorrei dirlo, ma se lei guarda anche le mie frequentazioni mi è sempre sembrato che la scienza fosse un cavallo di battaglia della sinistra. Il Partito democratico l’aveva messo in una delle sue dieci parole chiave". Insomma, se è chiaro il merito in campo scientifico-culturale e musicale e il lustro che questi personaggi hanno dato alla Patria, è anche chiara l'idea che nutrono su Berlusconi.

Il loro operato invece lo giudicherà il tempo. 

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