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Sequestrato il tesoro dei Ligresti

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I sigilli della Finanza sul patrimonio Ligresti. Ieri le Fiamme gialle hanno sequestrato beni per oltre 250 milioni, tra alberghi di lusso, complessi immobiliari, conti correnti e polizze assicurative. Il provvedimento è stato emesso dal gip di Torino, Silvia Salvadori, nell'ambito dell'inchiesta «Fisher Lange» che ha portato il 17 luglio all'arresto dell'intera famiglia Ligresti, con l'eccezione di Paolo, figlio di Salvatore, cittadino svizzero, nonché di alcuni ex manager di Fondiaria Sai. Sotto sequestro anche il comprensorio immobiliare dove risiede la famiglia Ligresti in zona San Siro a Milano, che fa capo alla Pegasus Srl, per un valore di 13,5 milioni di euro. Società per altro riconducibile alla famiglia stessa, sostiene il gip, in base alla misteriosa agenda trovata dagli investigatori in casa di Giulia, zeppa di annotazioni relative alla «Pegasus» e ai «Problemi Pegasus», come pure al pagamento di bollette per 15mila euro.
Nel dicembre 2012, per altro la società ha stipulato contratti di locazione con Salvatore, Jonella e Giulia Ligresti. Come ricostruisce l'ordinanza, il titolare unico delle azioni Pegasus risulta essere la Compagnia nazionale fiduciaria, il cui capitale è riconducibile a Salvatore Ligresti (6,95%) e ai suoi figli (31% ciascuno).
Il valore dei sequestri di ieri è pari all'ammontare degli utili illeciti che sarebbero finiti alla ex holding dei Ligresti, Premafin, grazie a irregolarità nella compilazione del bilancio della vecchia Fonsai. «Un provvedimento ingiustificato, che per la prima volta si estende dalle persone fisiche alla stessa Fonsai», sostiene Gianluigi Tizzoni, difensore di Salvatore Ligresti. Fonsai, infatti, è stata colpita dal sequestro in quanto iscritta nel registro delle società indagate in virtù della responsabilità amministrativa degli enti. Così, sotto sequestro sono così finiti anche i lussuosi alberghi «Principi di Piemonte» (Torino), «Naxos Beach»(Taormina), «Grand hotel Fiera Milano» e «Golf hotel Campiglio», valore totale 215 milioni, tutti della catena Atahotels, quindi appartenenti a Fonsai e alla controllata Milano, e non alla famiglia Ligresti. Il sequestro preventivo ha «congelato» la proprietà, ma non ha avuto effetti sulla gestione: gli alberghi continuano a funzionare regolarmente, tranne il Grand Hotel Fiera Milano, chiuso da due anni, in corso di dismissione. La «maledizione» di Atahotels continua dunque a pesare sugli azionisti di Fonsai, dall'estate dello scorso anno uscita dall'orbita dei Ligresti ed entrata in quella di Unipol. Del resto l'operazione che portò al suo acquisto da parte dei Ligresti, anni fa, è definita «alquanto discutibile» dal giudice Salvadori perchè «priva di profili di convenienza». Per la procura di Torino era «una scatola piena di debiti». Fonsai, dal canto suo, ritiene il sequestro «assolutamente non condivisibile» e annuncia azioni per tutelarsi. Sono state poi sequestrate alcune polizze assicurative di cui sono intestatari Salvatore, Jonella e Giulia, per un valore di 9,2 milioni.

Disposto anche il sequestro dei conti correnti intestati a Paolo Ligresti e agli ex manager Fausto Marchionni, Emanuele Erbetta e Antonio Talarico. Il titolo Fonsai ha concluso la seduta a -0,61%. Unipol, che ora controlla Fonsai, è salita dell'1,95 per cento.

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