Serena Bortone, la nuova Lilli Gruber?

Serena Bortone, conduttrice di Chesarà, sarà ospite del Pride Roma e si espone politicamente sempre di più. Che sia pronta a diventare la nuova Lilli Gruber?

Serena Bortone, la nuova Lilli Gruber?
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Giornalista, cattolica antifascista e ora anche paladina dei diritti Lgbt. Serena Bortone sarà tra gli "artisti" che si esibiranno al Pride Croisette, il villaggio del Roma Pride che sarà allestita alle Terme di Caracalla dal primo al 15 giugno.

La conduttrice di Chesarà più che esibirsi, come recita il comunicato diffuso oggi dagli organizzatori, sicuramente si limiterà a partecipare a qualche conferenza tematica come probabilmente farà Vladimir Luxuria. L'obiettivo del Pride è quello di "coinvolgere pubblici di età e interessi differenti, sensibilizzarli al tema dei diritti civili attraverso molteplici forme di arte e cultura", si legge ancora nel comunicato. Un obiettivo che, stando ad una delle ultime invettive della Bortone, sembra molto caro alla giornalista Rai. Dopo il caso Scurati, su cui anche il presidente Rai Marinella Soldi ha ribadito che in commissione di Vigilanza Rai che non vi fu alcuna censura, la conduttrice Rai ha iniziato a esporsi di più politicamente e, durante una puntata del suo programma, ha inveito contro Massimo Magliaro, vicedirettore del Tg1 dal 1994 al 1996 e presidente della Fondazione Almirante, sul tema della "teoria gender". "Vivere in un Paese che non riconosce i diritti civili, o che opera discriminazioni, a prescindere dal mio orientamento sessuale e dalla mia identità di genere, mi fa sentire cittadina di serie b", ha detto Bortone.

La Bortone aveva già avuto uno screzio con Magliaro quando il tema era caduto sulle differenze ideologiche tra nazismo e fascismo. "Il fascismo è una cosa, il nazismo è un'altra cosa, non c'entrano assolutamente nulla. Il nazismo è pagano e il fascismo ha origini cristiane. Sono due cose totalmente diverse. La incultura politica le ha fatte diventare uguali, ma sono profondamente diverse", aveva detto l'ex vicedirettore del Tg1. Una frase che ha subito mandato su tutte le furie la conduttrice: "Siccome io sono cattolica, dire che il fascismo è cristiano vuole mettere dentro l'assioma che il delitto di Matteotti sia cristiano". E la Bortone, nota anche per aver guidato nel 2007 la campagna per le Primarie del Partito Democratico come responsabile comunicazione e ufficio stampa, si sfoga: "Non arrivo nemmeno alle leggi razziali perché è facile criticare quelle. Facile per modo di dire, visto che è stata un'aberrazione assoluta.

Però dobbiamo dire che l'inizio del fascismo si fonda sul delitto Matteotti. E il delitto Matteotti non potete dirmi che è qualcosa di cristiano". Che questa sia una strategia della Bortone per diventare la nuova Lilli Gruber?

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