Serena ma non troppo: la donna non sa perdere

La Williams infuriata rompe la racchetta in campo. Dalla Clinton alla Royal, fino a Naomi la verità è che le signore odiano le sconfitte: anche più dei maschi...

Serena ma non troppo: la donna non sa perdere

La leggenda vuole che se il mondo fosse in mano alle donne, l'umanità avrebbe sofferto molto meno. E in effetti a pensarci - a parte rari esempi, come l'armadio pieno di scarpe di Imelda Marcos - la storia racconta che è sempre l'uomo a combinare disastri, mentre al suo fianco una signora lo guarda di solito con sguardo di tenera rassegnazione. Dicevano: dietro una grande donna c'è sempre uno che non sa perdere. Se non fosse poi che un giorno arriva Serena Williams e la verità viene a galla: anche il genere femminile ha una certa difficoltà a digerire le sconfitte.
In questo caso è successo in Australia, dove la regina incontrastata del girl power tennistico si è trovata nei quarti di finale del primo torneo del Grande Slam 2013 una come lei: nera, nerboruta e con una certa abilità a maneggiare la clava sotto forma di racchetta. E in più dotata di un certo sense of humour, perché Sloane Stephens - la nuova promessa quasi ventenne del tennis mondiale - alla vigilia del match l'aveva messa sulla leggera: «La Williams? Certo è strafavorita. Ma avendo anche lei due braccia, due gambe, una testa e delle sembianze umane, non mi resta che giocare a tennis e vedere come va». Serena per la cronaca non l'ha presa benissimo, soprattutto perché ad un certo punto, a un passo dalla vittoria, la sua schiena da 31enne vecchietta ha fatto crac. Risultato: schiena - appunto - a pezzi, partita pure e racchetta ridotta in frantumi con una violenza inaudita. Perché la Williams odia perdere, se per caso il mondo non l'avesse capito.

Insomma, cari uomini: di sciocchezze in tanti secoli ne abbiamo combinate da riempire delle enciclopedie, però non è che siamo soli a questo mondo. Prendete a caso Hillary Clinton, fidata segretario di stato del presidente Obama nonché paziente moglie di un presidente, il Bill, che gliene ha fatte di ogni. Un esempio di compostezza, tranne però quando il mito di un'intera generazione femminile si è ritrovata nell'arena delle primarie del suo partito. Era poco più di quattro anni fa, e mentre Barack viaggiava verso il suo primo mandato da presidente degli Stati Uniti, la signora ormai sconfitta rilasciava in tv interviste di questo tipo: «Posso solo osservare che, in molti dibattiti recenti, sembra che sia sempre io a dover rispondere per prima alle domande. Se avete visto il Saturday Night Live, beh, forse dovremmo chiedere a Barack se sta comodo e se ha bisogno di un altro cuscino...». Perfido, come solo una donna sa fare. E soprattutto rabbioso.
E poi: volete scordarvi la guerra tra Ségolène Royal e Valérie Trierweiler, ex e attuale compagna del presidente francese Hollande? Dal 2007 è una fiction a puntate a colpi di stiletto: la Royal che si vendica per le corna di François candidandosi prima di lui per l'Eliseo, Valérie che fa togliere da una foto di gruppo dei dirigenti socialisti la faccia di Ségolène, ancora la Trieweiler che invita con un tweet a votare il rivale della rivale alle legislative. Con François, tra l'altro, già numero uno di Francia. «È inutile, non cambierà mai - hanno commentato i suoi ex colleghi giornalisti di Paris Match - Quando Valérie odia qualcuno non riesce a trattenersi». E figuriamoci Ségolène.

Sarà insomma per questo che nella psicoanalisi si dice che la rabbia delle donne, quando esplode, è paragonabile allo scoperchiamento di una pentola a pressione. Le streghe, ad esempio, sarebbero signore che a un certo punto si sono ribellate agli uomini (lo dicono gli esperti, eh...), ma la realtà di oggi dice che la sconfitta non è solo una questione tra maschi e femmine. Federica Pellegrini, tanto per dire, era una che già a 15 anni si lagnava di un secondo posto e quello che è successo pochi mesi fa dopo il disastro dei Giochi di Londra non è stato ancora dimenticato. Soprattutto perché ci si è messa di mezzo un'altra donna, Naomi Campbell, che - dopo aver negato di aver criticato la campionessa aspirante modella («non ha il fisico con quei muscoli» avrebbe sibilato secondo i giornali di gossip) ed essersi presa la risposta della star del nuoto («lei top? Al top sono io») -, alla fine ha liquidato il tutto così: «Non ho mai parlato della Pellegrini. In verità non so chi sia». Ariperfido.


Così, tempo fa, giusto uno psicanalista milanese descrivendo le sue esperienze professionali, disse: «Comunque la rabbia femminile è un'energia preziosa: sono loro che mi insegnano, gli uomini sono di una noia ineffabile». Tutto vero. Ma se alla prossima seduta gli mandiamo la Williams, forse ci rimpiangerà.

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