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"Sesso per contratto 4 volte al mese": la verità di Lucia

L'assistente dell'assessore De Fanis avrebbe sottoscritto un accordo a luci rosse. Ma lei nega: "Repubblica ci ha marciato"

"Sesso per contratto 4 volte al mese": la verità di Lucia

Lucia Zingariello dice no. "È falso che la forestale abbia trovato il contratto nella pattumiera di casa mia. Hanno eseguito la perquisizione dalle sei meno venti del mattino alle cinque del pomeriggio e quel foglio non è mai stato trovato, non è presente negli atti della magistratura". La 35enne pugliese smonta il "contratto sessuale" che avrebbe sottoscritto con l’assessore abruzzese Luigi De Fanis: tremila euro al mese in cambio di quattro prestazioni. "È una montatura", assicura in una intervista a Libero. La donna è indagata per concussione, peculato e truffa nell’inchiesta "Il Vate".

La Zingariello assicura di aver visto per la prima volta il contratto su Repubblica: "Hanno inserito delle parti chiaramente inverosimili. Ad esempio il mio nome, Lucia, si vede chiaramente che è stato inserito forzatamente in un dato passaggio. Hanno detto che il foglio è stato trovato in mille pezzi e che hanno impiegato un mese e mezzo per ricomporlo ma, per magia, viene pubblicato con un solo taglio visibile. Per fortuna alla perquisizione erano presenti mio marito e mia figlia, altrimenti non so come avrei fatto a spiegare a mio marito che non avevano trovato nulla". Secondo la donna, molte notizie rilanciate dai quotidiani nazionali hanno a che fare con la "personalità esuberante" di De Fanis. Anche la registrazione della moglie mentre vomitava. In quell'occasione l'ex assessore alla Cultura le avrebbe confidato che aveva somministrato alla moglie un farmaco che avrebbe anche potuto portarla all’arresto cardiaco. Confidenze che, a detta della Zingariello, "lasciano il tempo che trovano, vista la sua personalità". Stesso commento per l'intercettazione fatta al Salone del Libro di Torino di maggio 2013. In quell'occasione De Fanis le parla della bottiglia di champagne pagata con la carta della Regione. "Anche lì la storia è stata completamente travisata - spiega la donna a Libero - c'era anche mio marito a Torino, come c’era mia figlia. Quella sera i nostri impegni agli stand finivano alle 20, ero stremata, poiché ho dato tutta me stessa per l’organizzazione dell’evento, così ho deciso di tornare in albergo con mia figlia. Mio marito invece è andato insieme a De Fanis e a altri al Caffè Torino. Stavo dormendo quando mi arriva quella telefonata, fatta in presenza di mio marito, in cui De Fanis parla della bottiglia". A detta della Zingariello De Fanis avrebbe pagato la bottiglia con i suoi soldi.

E la telefonata? Una "vendetta" per la sua assenza.

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