Una famiglia di turisti inglesi viene sterminata nella Francia meridionale; per mesi la Gendarmeria non sa che pesci pigliare; sulla strage aleggia l'ombra dei servizi segreti, non si sa di quali Paesi.
Siamo nel 1952, quando i Drummond - Jack, docente universitario e insigne nutrizionista 59enne, la sua seconda moglie Ann, molto più giovane, e la loro figlia Elisabeth, 10 anni - vengono massacrati a Lurs, in Provenza, da uno o più assassini che nella notte fra il 4 e il 5 agosto uccidono la coppia a fucilate e fracassano la testa della bambina con il calcio dell'arma usata per ammazzare i genitori, una carabina americana della Seconda guerra mondiale. Secondo le autopsie, poco prima di essere uccisa, Ann Drummond avrebbe avuto un rapporto sessuale con una persona diversa dal marito.
Il luogo del delitto è la piazzola del chilometro 32 della statale 96 dove i Drummond si erano accampati per pernottare, a 200 metri dalla fattoria dove abitano fra gli altri Gustave Dominici e suo padre Gaston, il 77enne che per la strage fu processato, condannato alla ghigliottina, poi all'ergastolo per volontà del presidente Coty e infine graziato da de Gaulle. Ma nonostante che la colpevolezza dell'anziano contadino, che aveva confessato e in seguito ritrattato, sia stata certificata dalla giustizia francese - e dalla ricostruzione del delitto raccontata dal commissario che indagò sul caso nel libro L'affaire Dominici dal quale nel 1972 fu tratto un film con Jean Gabin - la strage di Lurs è sempre stata considerata un giallo. E gli interventi dei due inquilini dell'Eliseo, evidentemente poco persuasi della fondatezza delle sentenze, sembrano alimentare il mistero.
Il giallo è stato subito alimentato dalla stampa francese, incredula di fronte a un quasi ottantenne che corteggia con successo una campeggiatrice e dopo compie una strage. E poi dalle ricostruzioni successive, zeppe di agenti del blocco sovietico (che avrebbero ucciso Drummond perché partecipe di un piano diretto a liberare gli scienziati tedeschi ostaggi di Stalin) e sicari al soldo dell'industria agroalimentare inglese (aspramente e autorevolmente criticata dal pluripremiato nutriziosta).
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