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Il bancomat degli islamisti: dopo il caso Feltri inchiesta del Giornale sui soldi ai musulmani (e l'aiutino di Soros)

Dopo il caso Feltri, inizia il viaggio del Giornale nelle associazioni che difendono clandestini e pro Pal. E spunta anche Soros

Immagine di repertorio
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Vittorio Feltri si consoli, i suoi ventimila euro non faranno fare un salto di qualità alle lotte dell'Asgi (Associazione studi giuridici sull'immigrazione) il sodalizio di magistrati e avvocati che l'ha trascinato in tribunale con il pretesto di difendere i musulmani dalle sue minacce.

Per questi paladini dei migranti e dell'Islam quel gruzzolo è solo una goccia nell'oceano di denari incassato alle spalle di tutti noi. Eh sì, perchè il sistema, perfettamente rodato, usato da Asgi e da decine di altre associazioni e presunti studi legali pro-migranti - è quello del "gratuito patrocinio". In pratica sfruttando le norme costituzionali sul diritto alla difesa Asgi e compagnia si fanno pagare dallo Stato, cioè da noi contribuenti, i loro compensi. Ma quelle incassate non sono certo parcelle da buoni samaritani. Tra il 2021 e il 2022, ad esempio, il 25 per cento dei 285 milioni (pari a 71 milioni) messi a bilancio per il gratuito patrocinio sono finiti nelle tasche di cittadini stranieri. O sui conti correnti dei legali pronti a difenderne i diritti.

Un tesoretto sufficiente a coprire i mancati contribuiti di Open Society l'associazione del miliardario George Soros che prima del 2023 - quando chiuse ogni attività in Europa - aveva finanziato l'Asgi ed altre associazioni simili. Ma i soldi non sono tutto. Il Direttore, trascinato in giudizio per una battuta sui musulmani pronunciata nel teatrino radiofonico de La Zanzara, si arrabbierebbe molto di più se sapesse come la pensano nel dettaglio gli autori di quello scippo para-giudiziario. Per scoprirlo basta scorrere il sito on-line di questi rivoluzionari da tribunale. "Alla libertà di migrazione delle merci (tutta capitalista) non corrisponde - declama il Manifesto pubblicato nel 2023 - il riconoscimento di un analogo diritto di movimento delle persone (secondo un concetto altrettanto capitalista)".

A parte la sconcertante equiparazione di merci ed esseri umani per cui farebbero bene ad auto-denunciarsi tre cose sono chiare. Per questi presunti avvocati e magistrati in salsa woke-marxista il diritto è una formalità, i confini non devono esistere e l'Italia e l'Europa devono accogliere chiunque bussi alle loro porte. "È dunque indispensabile - precisa il manifesto - aspirare ad un modello basato sulla libera circolazione delle persone progressivamente esteso a tutti... mediante un nuovo tipo di visto di ingresso per ricerca lavoro, senza quote, richiedibile da chiunque provenga da Stati extra UE".

Ma c'è di peggio. Stando al manifesto bisogna garantire libertà d'azione anche ai trafficanti di uomini pronti a giocare con le vite dei clandestini. Secondo l'Asgi bisogna infatti "rivedere integralmente il reato di favoreggiamento dell'immigrazione illegale". Nell'immaginario di questi legali dell'illegalità "il profitto non è elemento del reato, bensì ne costituisce una mera aggravante. Del resto il concetto stesso di profitto è vago e spesso confuso con obiettivi di agire politico".

Feltri, insomma, va condannato e messo alla gogna per una battuta maldestra. Chi, invece, stiva sottocoperta donne e bambini e li condanna a morte dopo aver spillato loro migliaia di dollari con l'illusione di traghettarli in Europa non va manco portato in Tribunale. Ma purtroppo queste farneticazioni ideologico-giudiziarie non restano sulla carta o sulla rete.

Nel panorama giudiziario italiano le tesi di Asgi non hanno colpito solo il portafoglio di Feltri. Hanno contribuito anche a portare in tribunale Matteo Salvini e a mettere i bastoni tra le ruote al progetto per l'apertura dei centri di accoglienza in Albania varato dal governo Meloni. Grazie ai buoni uffici di Asgi i migranti bloccati sulla nave Diciotti sono stati spinti a far causa allo Stato italiano pretendendo lauti risarcimenti. E le tesi dell'Associazione fanno capolino tra le righe delle sentenze usate per bloccare il trasferimento dei migranti nei centri in Albania.

Insomma Feltri non se la prenda. Questi maestrini del diritto "woke" non ce l'hanno solo con lui. Detestano semplicemente chiunque pretenda di restituire allo Stato il compito di controllare il territorio e far rispettare la legge.

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