Pubblichiamo in esclusiva un testo inedito di Papa Benedetto XVI, pronunciato il 27 agosto 2006, durante una messa privata a Castelgandolfo. Il discorso è contenuto nel libro «Dio è la vera realtà. Omelie inedite 2005-2017. Tempo ordinario» (pp. 448, euro 25 Libreria Editrice Vaticana), da oggi in libreria. Il volume, che raccoglie 82 prediche pronunciate da Joseph Ratzinger sia da Papa «regnante» sia da Papa emerito, viene presentato oggi in Vaticano, alla presenza di mons. Georg Gänswein, già segretario di Ratzinger, padre Federico Lombardi, ex direttore della Sala Stampa della Santa Sede, don Fabio Rosini, docente di omiletica all'Università Santa Croce, Lorenzo Fazzini, responsabile editoriale di Libreria Editrice Vaticana, e Silvia Guidi, giornalista dell'Osservatore romano.
Serena Sartini
Cari fratelli e sorelle,
il Vangelo appena ascoltato ci mette a confronto con una situazione di divisione e di decisione all'interno dell'allora vasto gruppo dei discepoli di Gesù, e anticipa così una situazione che si ripete in quasi tutte le generazioni dei discepoli e della comunità della Chiesa. Ci sarà sempre nel gruppo dei discepoli e nella Chiesa di Cristo anche un cristianesimo un po' esteriore, di opportunità, di conformismo, un cristianesimo superficiale: finché tutto va bene si rimane, si segue Gesù, ma nel momento nel quale la sua parola, la volontà divina appare dura, inaccettabile, prevale la propria volontà.
In questa situazione, Gesù provoca a una decisione: credere o no, seguire o no. Vogliamo veramente credere a Gesù, o alla fine è solo la nostra propria volontà che noi vogliamo seguire? In questo senso, provocando la decisione, Gesù dice ai Dodici: "Forse volete andarvene anche voi?". Egli parla così anche con noi: "Vogliamo realmente essere credenti, seguire Gesù anche quando non comprendiamo la volontà di Dio? Vogliamo realmente essere cristiani, Chiesa di Dio? Perché crediamo?". San Pietro risponde a nome dei Dodici; risponde con tre frasi brevi ma pregnanti, piene di significato e di grande attualità; dà la nostra risposta.
La prima frase è: "Da chi andremo?". Pietro non avrebbe trovato Gesù se non fosse stato un uomo dal cuore inquieto, un uomo che cercava, un uomo che voleva trovare la vita vera. Non era, ovviamente, semplicemente soddisfatto del modesto benessere della sua cooperativa di pescatori. Non era un uomo che vive da un giorno all'altro, era un uomo in attesa che Dio risponda, in attesa della realizzazione delle promesse dei Profeti.
E conosceva bene le diverse correnti che si presentavano come la risposta nell'Israele di quel tempo. Erano sostanzialmente tre: c'era l'opportunismo politico dei sadducei, una religione nella quale, alla fine, il successo, la carriera, lo stare bene erano il criterio supremo; c'era poi il moralismo dei farisei, in molti sensi impressionante, ma troppo superbo, troppo angusto e immisericordioso, privo della capacità di dare e di ricevere perdono; e c'era infine l'alleanza tra religione e violenza dei cosiddetti zeloti, che presentavano la violenza contro i Romani come la strada che apriva la porta al Messia. Pietro aveva capito bene che nessuna di queste strade dà realmente la risposta. Purtroppo la violenza, il partito degli zeloti, attirò a sé maggiori consensi e tutto finì con la distruzione di Gerusalemme nell'anno 70 e la dispersione di Israele.
Osservando questo panorama, Pietro giustamente dice: "Ma da chi andremo?". Aveva visto che Gesù è realmente la risposta nuova, quella divina e, proprio perché divina, non sempre comprensibile o facile, ma comunque la risposta vera. Lo vediamo anche noi: da chi andremo? Quali sarebbero le alternative? Abbiamo visto il fallimento delle grandi ideologie del secolo scorso, da una parte il nazismo e il fascismo con le loro grandi promesse di un nuovo impero, di un mondo rinnovato, di grandezza e di gloria. Abbiamo visto il marxismo, che si presentava come l'unica visione scientifica del mondo che, finalmente, con tutta la certezza della scienza, apre le porte del paradiso in questa terra e che ha lasciato un esercito di morti, di distruzioni immense delle anime e della terra. E oggi, dopo il grande fallimento di queste promesse false, di queste strade infernali, vediamo il neoliberalismo, con tutte le sue menzogne e contraddizioni: di nuovo l'alleanza tra religione e violenza.
Da chi andremo? Nessuna di queste alternative che il mondo offre è la strada. Gesù è la risposta, insieme alla grande processione dei santi di tutti i secoli, dei santi della carità, degli umili santi della vita quotidiana. Questa pro-cessione è la strada della luce nella storia, la vera strada. Loro ci indicano: qui è la strada! Gesù è la risposta alla domanda: "Da chi andremo?", risposta che ci fa esclamare: "Tu hai parole di vita eterna!". Le altre parole, le grandi parole sono tutte passate. Gesù ha detto: "Cielo e terra passeranno, la mia parola non passerà" (Mt 24,35), e così è.
Le sue parole sono attuali come il primo giorno e aggiungiamo: Lui stesso è la Parola viva. Nel Signore, nel Figlio, vediamo il Padre e così la vera luce, il Dio vivente, il Dio che ci ama, il Dio che ci conosce, il Padre che si dà nel Figlio. Solo l'amore e la verità sono immortali, sono vita; tutto il resto è soggetto alla morte. Cristo è l'Amore e la Verità in persona e noi, uniti a Cristo, siamo nella vita. Lui è la Parola che è Spirito e Vita!
E questa Parola che dobbiamo sempre più amare, sempre più conoscere si sviluppa nelle sue parole. Così vogliamo meditare sempre più le parole di Gesù nel Vangelo, che sono immortali, cominciando dal sermone della montagna fino alle grandi parabole: Lazzaro, il figliol prodigo, il samaritano... Quanto più entriamo in queste parole, tanto più conosciamo Gesù, entriamo nella strada della vita e troviamo la vita. Dobbiamo essere grati al Signore che Lui, la Parola, ci abbia dato le parole, e che nelle parole possiamo conoscere realmente la strada del-la vita, meditare, amare queste parole e così conoscere il Figlio e il Padre. Come Gesù stesso dice nella preghiera sacerdotale: "Questa è la vita: conoscere Te, il vero Dio e conoscere Colui che hai mandato" (Gv 17,3). Conoscere Te: il vero Dio, la verità, questa è la vita!
"Tu hai parole di vita eterna", dice Pietro, e aggiunge come terza parola: "Abbiamo creduto e conosciuto che Tu sei il Santo di Dio". C'è anche un'altra situazione precedente a questa, in cui Pietro aveva detto a nome dei Dodici: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivo" (cfr. Mt 16,16), e aveva dato così la forma perenne alla confessione cristiana, la parola costitutiva del cristianesimo, che subito dopo la predica vogliamo confessare anche noi: "Tu sei il Figlio del Dio vivo".
Adesso, in questa situazione, in riferimento al discorso eucaristico che Gesù aveva pronunciato poco prima, Pietro dice: "Tu sei il Santo di Dio". Nel linguaggio dell'Antico Testamento questo vuol dire: Tu sei il vero sommo sacerdote. Il privilegio, la missione del sommo sacerdote era di entrare da solo nel Santissimo del Tempio, entrare nello spazio riservato della santità di Dio e portare tutto il peso delle nostre miserie, dei peccati, delle sofferenze alla luce di Dio, perché fossero trasformati. Ma poteva essere solo un gesto simbolico, perché questo Santissimo era solo uno spazio simbolico.
Gesù, il vero sommo sacerdote, entra nel fuoco, nella luce inaccessibile della santità di Dio, nella quale nessuno di noi può entrare, e porta con sé tutta la nostra umanità, le nostre sofferenze, i nostri peccati e li brucia nella luce di Dio, trasforma e riporta la santità di Dio a noi. Questo è il suo sacrificio, il suo atto sacerdotale, che si realizza sempre di nuovo nella Santissima Eucaristia, dove il Signore va al Padre e porta la nostra vita alla comunione col Padre, e dona se stesso, ci dona la santità di Dio e così ci prepara per essere capaci di stare in comunione con Dio, in comunione con la vita. Così Pietro può dire: "Tu sei il Santo di Dio", questa è la parola eucaristica di san Pietro. Preghiamo perché il Signore ci aiuti adesso a celebrare bene questo grande mistero e che la santità di Dio penetri sempre più nella nostra vita.
Il Signore, abbiamo detto, chiede anche a noi: "Che cosa volete fare? Andare, alla fine, secondo la vostra volontà o andare con me?". Insieme a Pietro rispondiamo con tutto il nostro cuore: "Da chi andremo, Signore? Tu solo hai parole di vita eterna.Tu sei il Santo di Dio, il Figlio del Dio vivente". Amen!