Profuma di cipria e letti sfatti (Vuitton) è una tipa tosta e interessante come Olivia, la fidanzata di Braccio di ferro (Miu Miu), ha un sacco di soldi e li sa spendere bene (Hermès), gira il mondo ma prima o poi finisce in Grecia dove tutto in definitiva è cominciato (Vionnet).
Ci sarebbe anche un'inquietante creatura a metà strada tra l'angelo e la papessa (McQueen), una zarina in salsa orientale (Elie Saab) e la spigolatrice della valle del Reno (Wunderkind). C'è di che perder la testa tra le tipologie di donna che emergono dalle passerelle parigine nell'ultima giornata di sfilate per l'autunno/inverno 2013 ma per fortuna ci sono stilisti capaci di tirare le fila delle tendenze dando credibilità ai loro stessi sogni.
Marc Jacobs, per esempio, immagina che la donna Vuitton viva in un grande albergo (il set della sfilata riproduceva il corridoio dell'Old Cataract di Aswan) da cui esce malvolentieri perché è convinta che il posto più glamour del mondo sia la propria stanza. Così questa sensuale e sbrigativa jolie dame s'infila una stupenda pelliccia di persiano rosa sul pigiama in seta oppure un lungo cappotto di pesante tweed a quadretti sull'evanescente camicia da notte e così acconciata corre incontro al suo destino. Inutile dire che nell'armadio ha anche altre cose: dei bei tailleur, qualche cappotto da sera con interno di marabou, alcuni vestiti di velo ricamato come quello indossato nel gran finale da Kate Moss. Tutto comunque ha il sapore del boudoir, perfino le classiche borse icona della maison rivestite di piume e marabou oltre che sempre foderate in visone.
Perfetta fin dal set la sfilata di Miu Miu con il pavimento della sala ipostila del Palais d'Iéna sopraelevato da una struttura in ferro traforato su cui sfilano le modelle issate sulle polacchine con tanto di ghetta in gomma al ritmo di «The city never sleeps», il brano degli Eurytmics che ha accompagnato lo spogliarello di Kim Basinger in «Nove settimane e mezzo». Vista la musica ti aspetti una moderna tigre del materasso o meglio l'epitome della sensualona progettata dalla grande signora del made in Italy. Invece quella che arriva è un'elegante versione dell'Olivia di Braccio di Ferro con le lunghe gonne a pieghe sotto al chilometrico golfone blu zippato sostituito in molti casi da un bellissimo piumino blu e nero, le gambe vestite da un paio di parigine a righe e il classico fazzolettino a pois annodato intorno al collo.
Tutti i capospalla hanno l'inconfondibile bavetta da marinaio sulle spalle per cui osiamo azzardare l'ipotesi Olivia con Miuccia Prada che ridendo risponde: «Volevo fare lo sportswear ma poi mi sono ritrovata a costruire un'immagine di donna frivola e fatale».
Deliziosa è dire poco. Lussuosa oltre ogni dire, francese fino al midollo eppure con un tocco di aristocratico sportswear anglosassone, la vera signora di Hermès porta la pelliccia sotto il paltò, un pelliccione di lana come se fosse un visone, una cappa che sembra fatta con la coperta da cavallo bordata in camoscio e le più belle borse che si possano immaginare tra cui il nuovo modello Convoyeur ispirata dalla sacca dei portavalori.
Goga Askenazy, la donna d'affari kazaka che ha rilevato Vionnet esce in passerella con il team che l'ha aiutata a mettere a punto la collezione: Diego Dolcini per gli accessori (bellissime le borse e i tacchi a forma di V) Albino D'Amato per gli abiti (interessanti i modelli da sera con saetta di nudo sul nero) e Simona Grassi per la maglieria (bello il pulloverone a coste concentriche blu).
Nel complesso un gran lavoro peccato per la pelliccia con il pelo di kidassia giallo fluo identica al modello di Fendi sfoggiata da Goga ai tempi del suo flirt con Lapo Elkann.
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