"Sgombero Casa Pound? No, se risponde a criteri di legalità". Così Giuli risponde alle polemiche

Dopo lo sgombero del Leoncavallo la sinistra ha attaccato il governo per Casa Pound ma la posizione del ministro della cultura è chiara

"Sgombero Casa Pound? No, se risponde a criteri di legalità". Così Giuli risponde alle polemiche
00:00 00:00

Lo sgombero del Leoncavallo ha alimentato le polemiche della sinistra, che ora accusa la maggioranza di aver chiuso un "presidio culturale". Il centro sociale occupava abusivamente da tre decenni uno stabile di proprietà privata, i cui legittimi proprietari hanno reclamato più volte l'utilizzo. Le polemiche sono nate anche perché da sinistra si accusa di non voler sgomberare Casa Pound, l'organizzazione di estrema destra, anch'essa occupante.

"Se la domanda specifica è: 'Bisogna sgomberare Casa Pound?', la risposta specifica è: nella misura in cui Casa Pound si allinea a dei criteri di legalità, no", ha dichiarato il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, spiegando che per quanto lo riguarda "ritengo che la posizione del governo, ovviamente, sia quella più ragionevole e cioè che non ci devono essere spazi di illegalità e incubatori di violenza. Ed è un ragionamento che vale per tutto, naturalmente". Per il vicesindaco di Milano, Anna Scavuzzo, invece, ieri c'è stata una inutile prova di forza perché con lo sfratto "non è risolta la questione del Leoncavallo, non so se al ministro Piantedosi è chiaro". Una dichiarazione non chiara quella di Scavuzzo, perché il Leoncavallo era occupante abusivo di uno spazio privato reclamato per il quale la proprietà è stata anche risarcita dallo Stato. Lo stabile andava liberato e non sarebbe accettabile una nuova occupazione nel prossimo futuro.

Il centro sociale ora ha già annunciato una manifestazione di protesta contro i "fascisti al governo" per il prossimo 6 settembre che ha già fatto scattare l'allarme sicurezza. Sarà probabilmente una mobilitazione nazionale con numerose sigle antagoniste che si riverseranno nelle strade di Milano. L'ultima manifestazione post-sgombero risale al 1994 e ci furono grossi problemi all'ordine pubblico in città. Il rischio di una replica è attualmente molto alto. Un appuntamento che sarà anticipato la settimana prossima da una assemblea pubblica l'1 e 2 settembre. Nell'edificio di via Watteau già ieri sono stati messi i nuovi lucchetti.

Oggi la proprietà, l'immobiliare L'Orologio della famiglia Cabassi, ha provveduto ad attivare l'impianto d'allarme, pensare alla vigilanza, oltre a quella garantita dalle forze dell'ordine per alcune ore al giorno, e anche a togliere i sanitari per evitare nuove occupazioni.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica