
Il prossimo referendum tanto caro alla sinistra per abolire il Jobs Act e accorciare il tempo per ottenere la cittadinanza italiana ha già il merito di avere fatto esplodere tutte le contraddizioni che albergano nell’opposizione e nei suoi sostenitori. Le parole del presidente del Senato, Ignazio La Russa, che ha invitato i cittadini a non votare sono le stesse utilizzate da alcuni dei maggiori esponenti storici della sinistra come Giorgio Napolitano o Bettino Craxi.
Ma se nel primo caso si parla di pericolo per la democrazia, quando a dirlo erano i leader della gauche nessuno si poneva questo problema. Di questo avviso è Massimo Giannini che, durante l’ultima puntata di Che Tempo Che Fa, ha pensato bene di utilizzare il suo intervento per attaccare senza freni l’attuale esecutivo e, soprattutto, la seconda carica dello Stato espressione del centrodestra. "Fa paura la democrazia, questo è veramente il problema al quale oggi dobbiamo rispondere – afferma la firma di Repubblica - perché il referendum è il supremo simbolo della democrazia partecipata, dove davvero il tuo voto può cambiare materialmente le condizioni del Paese". Insomma, "se ci spingono e ci convincono a rinunciare all'esercizio del voto, che siano elezioni o che siano referendum, noi stiamo in qualche modo agevolando la progressiva liquidazione della democrazia", sentenzia il giornalista.
Da qui parte il paradosso. "Perché che un leader di partito, per ragioni politiche, possa dire come fece Craxi 'andate al mare invece di andare a votare', è legittimo.
Ma non lo capisco più se lo dice la seconda carica dello Stato, esattamente una settimana dopo, che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha rinnovato il suo appello agli italiani a esercitare il diritto del voto", spiega con scarsi risultati. Non manca però un insulto gratuito: "Quando parla La Russa tu sai che andrai sempre a finire laggiù...".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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