Berlusconi furioso con De Benedetti: i suoi insulti sono da bandito

Il Cav in Kenya irritato dall'attacco dell'Ingegnere: "Frasi senza vergogna"

No, non la prende affatto bene il Cavaliere. E poco importa che gli facciano leggere le agenzie di stampa che rimbalzano dall'Italia quando in Kenya la giornata volge ormai al termine. Gli affondi di Carlo De Benedetti riaprono comunque ferite mai davvero chiuse e che Silvio Berlusconi non gradisca per niente è piuttosto scontato. Di più: è un eufemismo.

Nonostante sia alle prese con una cinque giorni di relax e dieta stretta a Malindi, infatti, è ovvio che l'ex premier non prenda per nulla bene gli affondi che arrivano dall'Italia dell'editore del gruppo Espresso-Repubblica. Tra i due il rapporto è sempre stato travagliato, ma mai così teso come dopo una sentenza che il Cavaliere considera da tempo «la rapina del secolo».

L'ha detto così tante volte nelle sue conversazioni private e pubbliche che ieri De Benedetti gli ha risposto pubblicamente, ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa. «La mia è la rapina del secolo? E la sua allora è la corruzione del millennio», replica a proposito della sentenza sul Lodo Mondadori che ha condannato Berlusconi a rifondergli 564 milioni di euro. Una decisione che il Cavaliere ha bollato con diverse espressioni, dal «furto a mano armata» alla «rapina con passamontagna». Per Berlusconi, infatti, la sentenza sul Lodo Mondadori rappresenta una sorta di «esproprio proletario postumo». Perché – argomentava settimane fa l'ex premier con i suoi – se i magistrati non si rendono conto della sproporzione della cifra e di quanto siano fuori dal mondo non posso farci nulla.

Già, perché Berlusconi resta convinto che la sentenza sia «politica» e niente di più. «Una magistratura di sinistra che ha dato ragione alla tessera numero uno del Pd, ditemi dov'è la notizia», ha più volte argomentato con i suoi Berlusconi. Che su De Bendetti non ha mai tirato il freno a mano: un «bandito vero» e «senza vergogna», uno che «ha incassato una fortuna grazie alle procure solo perché per anni della magistratura è stato il principale megafono».

Considerazioni dure, ma è da tempo che Berlusconi sul punto non cerca mezzi termini. Ci mette il carico Fabrizio Cicchitto: «Ricordando quello che è avvenuto durante Tangentopoli il minimo che si può dire è che De Benedetti ha una faccia di bronzo e anche una memoria assai labile». Affonda Osvaldo Napoli che elenca tutte le vicissitudini giudiziarie di De Benedetti e poi attacca: «Incredibile che questo signore ritenga di poter partecipare ad un concorso di illibatezza penale convinto addirittura di vincerlo». Ma forse chi più coglie nel segno è l'eurodeputata Licia Ronzulli quando contesta gli elogi di De Benedetti a Giorgio Napolitano per aver fatto il «miracolo politico» di «far uscire di scena Berlusconi più o meno in silenzio».

«Che il presidente del gruppo Espresso-Repubblica attribuisca al capo dello Stato un ruolo attivo nelle dimissioni di Berlusconi da Palazzo Chigi la trovo quantomeno una pessima caduta di stile» perché, dice in una nota la Ronzulli, significherebbe che «il capo dello Stato avrebbe deciso di mandare a casa un governo democraticamente eletto».

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