Politica

Il sindaco calabrese che piace alla Lega

nostro inviato a Reggio Calabria
Quando a marzo Reggio Calabria divenne Città metropolitana il sindaco Giuseppe Scopelliti era al Senato, tra i ministri leghisti Bossi e Calderoli. Una pacca sulle spalle, poi la battuta del ministro della Semplificazione. «Non devi ringraziare nessuno, Peppe, te lo sei meritato. Umberto, ti presento il sindaco più bravo e amato d’Italia». E il Senatùr: «Finalmente col Ponte sullo Stretto uniremo Reggio Calabria e Messina».
Quarantatré anni, vicepresidente dell’Anci, Scopelliti è sposato con Barbara e ha una figlia di otto anni di nome Greta. Tutti scommettono sulla prossima candidatura a governatore della Calabria per il Pdl, con il placet del premier Silvio Berlusconi, anche se lui non ha ancora sciolto le riserve. «Prima voglio fare squadra – si schermisce dietro la scrivania del suo ufficio a Palazzo San Giorgio - per cambiare finalmente il volto alla nostra regione dopo la fallimentare stagione di Loiero».
Con l’attuale presidente regionale di area Pd le ruggini sono antiche. Il governatore aveva promesso nel 2009 alla città «500 litri d’acqua al secondo» dalla diga sul Menta in Aspromonte. Peccato che l’invaso, come il Giornale dimostrò l’anno scorso, è praticamente vuoto. Da allora non è cambiato niente. Per fortuna dei reggini i depuratori rimessi in funzione da Scopelliti lavorano a pieno regime, a differenza delle altre province calabresi dove gli impianti vengono sistematicamente chiusi dalla magistratura.
Eletto nel 2002 con il 52,8% al primo turno e confermato a furor di popolo nel 2007 con oltre il 70% dei consensi, Scopelliti è cresciuto nella sezione Reggio Centro dell’Msi e sui parquet di serie B, dove ha giocato per otto anni come play-guardia con la Cap Reggio di basket.
Sorridente, abbronzato, sguardo rassicurante dall’alto dei suoi 191 centimetri d’altezza, guai a sottovalutarlo. Consigliere circoscrizionale nell’88 e consigliere comunale nel ’92, in An è apprezzato da tutti i colonnelli, da Alemanno a Matteoli. Gianfranco Fini lo volle personalmente presidente del Fronte della Gioventù nel ’93 e presidente del Consiglio regionale calabrese nel ’95, a soli 29 anni; oggi l’endorsment di Gasparri e La Russa («sarà lui il nuovo presidente calabrese») ha messo a tacere i (pochi) nemici del Pdl calabrese. Nella legislatura successiva, da assessore al Lavoro, riesce nell’impresa di collocare stabilmente in un solo anno quasi tremila dei 14mila lavoratori socialmente utili. Il miraggio del posto pubblico, in una città che ha il 75% di disoccupazione giovanile, passa anche attraverso i concorsi. Che Scopelliti ha «blindato» con una commissione composta da rappresentanti delle forze dell'ordine.
Il convitato di pietra, in riva allo Stretto, è la potentissima ’ndrangheta, che secondo la Dia ha una capacità di penetrazione pari al 25% della popolazione. «La lotta alla mafia - sorride - si vince restituendo i beni confiscati alle organizzazioni criminali alla città, alle famiglie indigenti, alle associazioni». Alcuni immobili erano ancora occupati dai familiari dei boss. Sorelle, madri, affiliati. Scopelliti prese carta e penna e scrisse ai destinatari dei provvedimenti: «Vi invito a rispettare quanto stabilito dall'autorità giudiziaria senza indugi di sorta».
In cambio Scopelliti si è guadagnato una scorta che l’accompagna ovunque e un attentato intimidatorio nel 2004, quando un ordigno venne collocato negli uffici del Comune. «Quando lavori per l'interesse collettivo, è chiaro che rischi di metterti contro i poteri forti... e questo è inevitabile».
È stato il primo sindaco nel 2006 a smantellare un campo rom piazzato nel cuore della città nell’ex caserma militare 208. I nomadi ora vivono in un quartiere periferico, mentre una ventina di nuclei familiari, perfettamente integrati, è rimasta in città negli alloggi messi a disposizione dal Comune. Oggi i nomadi lavorano a tempo pieno per la sua amministrazione nella cooperativa «Coop ’95» che si occupa dello smaltimento dei rifiuti ingombranti. Ai cittadini che si rivolgono alla cooperativa viene data una carta a punti che ogni anno vale uno sconto sulla Tarsu, la tariffa sui rifiuti.
«Il Sud non deve temere il federalismo fiscale - insiste - per noi è un’opportunità». Da quando ha annunciato agevolazioni fiscali per chi destina una parte dell’appartamento a Bed and breakfast, in un anno sono nati dal nulla centinaia di posti letto. «Questa città è votata al turismo, ma prima bisogna rompere i monopoli consolidati nel settore».
E mentre l’aeroporto di Reggio perdeva 11mila euro al giorno, Scopelliti stringeva un accordo con Air Malta per il volo Malta-Reggio-Roma e per la tratta Madrid-Reggio e, da novembre, Parigi-Reggio. «I voli li abbiamo riempiti costruendo scambi culturali fra gli studenti reggini con quelli stranieri per lo studio della lingua italiana, grazie al progetto “Passaporto per l’Europa”».
L’ultima sua creatura è un tapis roulant all’aperto che unisce la parte alta della città con il Lungomare. Che la sera si trasforma in una affollatissima movida, dove chi vuole può anche navigare gratis grazie alla rete wireless del Comune. Sono già aperti i cantieri per la ristrutturazione del Museo (opera inserita nelle celebrazioni del 150° dell’Unità d’Italia), nel 2010 verranno avviati quelli delle due opere sul Lungomare firmate dall’architetto iracheno Zaha Hadid, e intanto lavora all’Expo 2015 come partner di Milano con Letizia Moratti. E a ottobre, assieme al sottosegretario agli Esteri Stefania Craxi e al primo cittadino di Tunisi, arriveranno a Reggio i 27 sindaci del Mediterraneo per fare sistema. «La mia città sarà pronta in pochi anni a offrire alle imprese che vogliono investire fiscalità di vantaggio, energia a basso costo e una rete di infrastrutture dedicate al trasporto merci nel Mediterraneo».
Ma prima bisogna sciogliere i nodi delle opere pubbliche. La sua ultima battaglia è l’A3, l’eterno cantiere aperto della Salerno-Reggio Calabria, e il porto di Gioia Tauro. «Bisogna lavorare per il suo rilancio, la sua trasformazione da porto di transhipment a hub potrebbe consentire di azzerare il buco creato da Loiero nella sanità calabrese. Il Ponte? Facciamolo senza indugi, ma lo scempio della A3 deve finire. Presto».
felice.

manti@ilgiornale.it

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