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S'infiamma la partita del Colle, Prodi assicura: "Non ci penso". Ma il Pd è già al lavoro per lui

Il voto del 15 sarà lo spartiacque per il futuro governo. Mentre Vendola fa da pontiere coi grillini, Berlusconi avverte Bersani: "Non pensi di fare da solo"

Romano Prodi con Pierluigi Bersani
Romano Prodi con Pierluigi Bersani

Romano Prodi non è affatto preoccupato. Guarda il Quirinale da lontano, aspetta con pazienza il 15 aprile e conta nel buon lavoro degli sherpa democratico per raggiungere il Colle. Nel frattempo, mentre Pier Luigi Bersani e compagni brigano per riuscire a mettere insieme uno straccio di governo in grado di camminare sulle proprie gambe anche a Palazzo Madama, l'ex presidente del Consiglio si preoccupa dell'Africa e rilascia interviste a tutto spiano.

Il primo vero e proprio scoglio per la sinistra è l'elezione del nuovo presidente della Repubblica. Il voto del 15 aprile sarà uno spartiacque che inciderà pesantemente sulla tenuta alle Camere. Negli ultimi giorni lo stesso Silvio Berlusconi ha spiegato che, siccome ci sono tre minoranze e non una maggioranza, occorrerà rispettare il voto di tutti. "Nessuno pensi di fare da solo, dovremo batterci perchè questo principio venga rispettato", ha spiegato il Cavaliere agli eletti del Pdl. Anche durante la riunione di ieri sera più di un esponente del Pdl ha fatto il nome di Prodi quale possibile candidato del Pd per il Colle. Che il Professore sia uno dei volti più cari alla sinistra non è certo un mistero. Nelle ultime settimane l'ex premier è riapparso, come per magia, e Bersani se lo ritrova sempre tra i piedi: non solo è spuntato alla manifestazione di chiusura della campagna elettorale per Umberto Ambrosoli, ma appare anche in continuazione sulle pagine dei quotidiani a rilasciare interviste. Sebbene Prodi possa mettere d'accordo sia il leader piddì sia Massimo D'Alema, la casella del capo dello Stato potrebbe essere la merce di scambio per assicurare la governabilità al futuro esecutivo. Per questo i democrat guardano con interesse sia al Pdl sia al Movimento 5 Stelle. Il dialogo con i grillini appare ormai sempre più difficile anche dentro il partito di Nichi Vendola che pure si era candidato come pontiere e così c’è chi, guardando avanti, non esclude che una soluzione potrebbe consistere nell’eleggere prima il nuovo presidente della Repubblica, trovando un nome che possa piacere anche ai Cinque Stelle, e solo dopo formare il nuovo governo.

In area Pdl continua a circolare il nome di Gianni Letta, ma di ufficiale non c'è nulla. Si sa che i nomi che circolano prima dell'effettiva elezione vengono fatti solo per essere bruciati. Tuttavia, secondo fonti vicine al Partito democratico, sarebbero in molti in via Del Nazareno a sperare in un ritorno di Prodi alla politica italiana. "Non penso al Quirinale", ha assicurato il Professore in una intervista a Sky Tg24 sottolineando di avere "un programma di viaggi e conferenze all'estero molto nutrito". "E poi l'impegno africano è sempre più pesante - ha concluso - per ora penso solo a questo".

Al posto suo, però, ci pensano i compagni del Pd.

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