Lo smemorato di Bagnoli

Il grande Totò ci farebbe un film, Lo smemorato di Bagnoli. Protagonista il sindaco di Napoli Luigi de Magistris. Il 4 marzo scorso la «Città della Scienza» viene distrutta da un rogo spaventoso di cui, ancora oggi, non si conoscono le cause. Sulle prime, Giggino 'o pm sentenzia sicuro: «Mi sembra che dietro le fiamme ci sia una mano criminale». Il giorno dopo, il primo cittadino arancione è rosso di rabbia e denuncia: «Napoli è sotto attacco». Le indagini, nel frattempo, sono andate avanti e la pista della camorra ha perso consistenza, fino a sparire quasi del tutto. Sostituita da quella che porta a una storia assai poco chiara di indennizzi assicurativi e appalti. Insomma, una vicenda tutta interna alla struttura.

E la mano criminale? E la città sotto attacco? Come se niente fosse, de Magistris si è affrettato ad allinearsi alla tesi della Procura, e ai giornalisti ha detto: «La pista interna devo dire che mi ha persuaso sin dall'inizio». D'altronde, faceva il pubblico ministero, lui. Com'è che direbbe Totò? «Ma mi faccia il piacere...»

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