Non ammette la clamorosa gaffe e rincara la dose: il delirio della Murgia sul 2 giugno

Chiedere scusa non rientra tra i compiti dei sinistri più radicali, quindi Michela Murgia si lancia in una supercazzola senza senso dopo aver associato i Comsubin alla X Mas della RSI

Non ammette la clamorosa gaffe e rincara la dose: il delirio della Murgia sul 2 giugno
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La figuraccia rimediata dalla solita sinistra miope del nostro Paese, alla costante ricerca del fascismo anche se estinto, non è bastata agli esponenti della parte più radicale. E così, invece di fare mea culpa e scusarsi con uno dei corpi militari più prestigiosi del nostro Paese, tentano una improbabile arrampicata sugli specchi giustificandosi dietro "l'antimilitarismo". Così Michela Murgia in un video pubblicato questa mattina sul suo profilo, dopo che ieri aveva accusato di fascismo il corpo degli incursori della Marina, ponendoli come diretti discendenti della X Mas della RSI, solo perché hanno gridato il motto "Decima", che però si rifà agli uomini di Teseo Tesei e non a quelli di Junio Valerio Borghese.

Non sottigliezze in ambito storico e militare, che però da quelle parti vengono ignorate. E così Michela Murgia, in sua difesa dopo lo sfondone nell'interpretazione del gesto "attenti a" del comandante (braccio alzato e mano di taglio, non tesa) e del grido del plotone, dice di essere antimilitarista. Mette le mani avanti dicendo che questo non vuol dire odiare i militarei ma che, ritenendosi cittadina "di uno Stato che nella sua Costituzione ripudia esplicitamente la guerra". Quindi, aggiunge: "Se davvero crediamo che quella sia la Costituzione più bella del mondo, come ci piace spesso ripetere, dovremmo essere tutti e tutte antimilitaristi". Al solito, nel tentativo di mettere una pezza a una figuraccia pubblica, si peggiora la situazione.

La scrittrice cita l'articolo 11 della Costituzione ma lo fa in modo imparziale per costruire una narrazione a lei conveniente, ma la nostra Carta non fa passare il messaggio che lei tenta di usare per imbastire la sua difesa. Per onore di verità, nella nostra Costituzione c'è scritto: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali". Dire che "l'Italia ripudia la guerra", lasciando intendere che sia inteso come assunto universale, dimenticandosi di aggiungere che la ripudia "come strumento di offesa", c'è un intero mondo che smonterebbe la sua tesi antimilitarista.

Ma il capolavoro vero deve ancora arrivare, perché Murgia prosegue dicendo che le piacerebbe che un Paese "civile e in pace facesse sfilare le espressioni della sua migliore vita democratica. Io ho un sogno, immaginate i vostri figli che un giorno, ai Fori imperiali, vi chiedono: 'Mamma chi sono quelli che aprono la parata?'. E voi poteste rispondere: 'Sono gli artisti e le artiste di questo Paese'. Ci ricordano che cercare la bellezza è quello che ci rende umani anche nell'orrore".

Questo passaggio è forse quello più forzatamente ideologico di tutto il video, perché forse Michela Murgia non è stata informata del fatto che ad aprire la parata è stata una rappresentanza di sindaci provenienti da tutto il territorio: quale può essere un'espressione più simbolica di questa in una democrazia? Il sindaco è la voce dei cittadini, il loro rappresentante. Perché dovrebbe essere sostituito dagli artisti? Murgia vorrebbe vedere sfilare medici (che già hanno sfilato), giornalisti, studenti e insegnanti in parata al posto dei militari nel nome dell'antimilitarismo.

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