Roma - Aria di novità in casa Pdl. Mentre ferve il dibattito sul cambio di passo nella politica del centrodestra, il Popolo delle libertà cambia indirizzo. Già prima della fine dell'estate la sede di via dell'Umiltà potrebbe essere abbandonata in favore di una nuova locazione. La scelta dei responsabili del partito dovrebbe cadere su un ufficio che si trova ancor più vicino al Parlamento. L'indirizzo indicato come probabile (la firma del contratto d'affitto dovrebbe avvenire nei prossimi giorni) è uno dei palazzi che si affaccia su piazza San Lorenzo in Lucina, proprio a fianco della basilica romanica di San Lorenzo.
La decisione è dettata prima di tutto dalla necessità. Il taglio netto dei finanziamenti ai partiti costringe tutti a un giro di vite sulle spese e il nuovo ufficio romano del Pdl porterà un sicuro risparmio. Si passerebbe, infatti, dagli attuali 2 milioni e 800mila all'anno euro per l'affitto della sede di via dell'Umiltà ai 700mila da pagare per poter occupare i nuovi uffici. Il palazzo su cui è caduta la scelta dei vertici del partito ha avuto l'onore, nel passato, di ospitare un'italiano illustre. E infatti una targa ricordo racconta che proprio al civico 4 di piazza San Lorenzo in Lucina ha vissuto Massimo D'Azeglio. Uomo politico, scrittore, tra i protagonisti del nostro Risorgimento, ma soprattutto autore di una massima che fece epoca: «Fatta l'Italia bisogna fare gli italiani». Qualche maligno già pensa che non potesse esserci citazione più adatta e a bassa voce qualcuno già la rimodella sulle necessità del presente: «Fatta la sede del partito ora bisogna fare il partito».
I nuovi uffici si sviluppano su un'area di tremila metri quadri. E su un solo piano. Questo renderebbe, spiegano da via dell'Umiltà, l'organizzazione del lavoro molto più semplice, visto che attualmente i novanta dipendenti si trovano a lavorare in uffici distribuiti su tre piani del palazzo che si trova alle spalle della Fontana di Trevi.
La piazza tornerà così a essere centro nevralgico della vita politica italiana dopo aver ospitato, ai tempi della prima Repubblica, l'ufficio privato di Giulio Andreotti.
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